Pomodoro da industria, accordo raggiunto nel Bacino Nord

Dopo mesi di difficili trattative, parte agricola e industriale hanno trovato l’intesa sul prezzo per la prossima campagna, pari a 150 euro/t
Pomodoro da industria, accordo raggiunto nel Bacino Nord

Anche se in ritardo, è “giunta a lieto fine” la trattativa sul prezzo del Pomodoro nel bacino Nord Italia. Dopo i vari incontri degli scorsi mesi che non avevano portato a nessuna intesa e l’ultima proposta degli industriali per un accordo biennalel’accordo è stato finalmente trovato. Gli industriali pagheranno il pomodoro 150 euro a tonnellata (esclusi i servizi), obiettivo prefissato dagli agricoltori
L’accordo conferma anche una maggiorazione di prezzo sul pomodoro “tardivo” mentre è rimandata per ora, ma resta in stand by, la modifica alla tabella qualità. 

Gli agricoltori hanno ottenuto, inoltre, dall’industria l’impegno a inserire correttivi nel prossimo accordo quadro per il 2024.

IL PARERE DI ANICAV

“È prevalso il senso di responsabilità – dichiara Bruna Saviotti, Coordinatrice del Comitato territoriale del Bacino Nord Anicav –. La situazione emergenziale che sta vivendo l’Emilia Romagna, e in particolare l’area orientale della regione, e la consapevolezza di quello che avrebbe rappresentato una rottura definitiva delle trattative per la nostra filiera, ci hanno spinto a chiudere un accordo anche se non soddisfacente per le nostre aziende”.

“In un momento difficile come quello che stiamo vivendo la ‘coesione’ è l’unica risposta che può dare una filiera come la nostra  – afferma Marco Serafini, Presidente Anicav –. L’industria ha fatto la sua parte pur consapevole delle difficoltà che deriveranno da un prezzo medio di riferimento così elevato”.

LE PAROLE DI CONFAGRICOLTURA

Piena soddisfazione da parte di Marcello Bonvicini, Presidente Confagricoltura Emilia Romagna: “Vince tutta la filiera in un momento drammatico per il tessuto socio-economico. Confagricoltura ha sempre sostenuto le istanze delle organizzazioni dei produttori nel lungo braccio di ferro durato cinque mesi. Questo accordo attribuisce il giusto valore a un prodotto che nasce in campo per poi caratterizzare un alimento unico al mondo: la passata made in Italy. Gli agricoltori si sono dimostrati uniti e coesi, l’intera filiera ne esce rafforzata. Il sistema del pomodoro da industria si mantiene così vivo e vegeto, anzi – sottolinea il presidente regionale rivolgendosi all’universo ortofrutticolo e all’agroalimentare – è l’esempio da seguire”.

Sulla stessa lunghezza d’onda le parole di Roberto Gelfi, Presidente Confagricoltura Parma e Filippo Gasparini, Presidente Confagricoltura Piacenza: “Come organizzazione agricola evidenziamo la capacità di aggregazione del mondo produttivo: l’unica vera leva in mano agli imprenditori agricoli per ridefinire il sistema dei prezzi. Va riconosciuta anche l’apertura dimostrata dal mondo della trasformazione che conferma la centralità del prodotto italiano nelle politiche commerciali. Da oggi si può pensare all’operatività di una campagna che anche agronomicamente non risparmierà preoccupazioni e che, a causa delle avverse condizioni climatiche (gelate e recenti alluvioni), parte già con una perdita di almeno un 20% del prodotto rispetto al 2022. Affinché si possa chiudere il cerchio, inoltre, è necessario che anche la Gdo riconosca il buon operato della parta agricola e della parte industriale garantendo un prezzo competitivo dei derivati del pomodoro sugli scaffali”. 

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