Pomodoro da industria, nessuna intesa nel bacino del Nord

L’industria, durante l’ultimo incontro con la parte agricola, ha avanzato due proposte: un accordo biennale per 135 euro/t e, in alternativa, un accordo annuale con un prezzo di 140 euro/t, ma la trattativa non ha portato a nessun accordo
Pomodoro da industria, nessuna intesa nel bacino del Nord

Dopo diversi incontri avvenuti nei mesi precedenti tra parte agricola e industriale del Bacino Nord Italia, conclusi senza un’intesa, le due parti sono tornate a incontrarsi lo scorso 28 aprile. L’industria ha proposto un accordo biennale e, in alternativa, un contratto annuale con un prezzo medio di riferimento (che tiene conto dell’incognita siccità) di 140 euro/t, superiore del 29% rispetto al 2022. Anche questa volta, però, la trattativa si è chiusa con un “nulla di fatto”.

ACCORDO BIENNALE: LA NOVITÀ “RIFIUTATA”

Considerati i vani tentativi dei mesi precedenti e l’importanza di trovare un’intesa sul prezzo per la campagna 2023 ormai alle porte, si legge nel comunicato Anicav, gli industriali hanno voluto proporre importanti novità per ammodernare il contratto, proprio con l’obiettivo di raggiungere un accordo nel più breve tempo possibile: un contratto biennale per le campagne 2023 e 2024, assicurando un equo compenso per i produttori agricoli, e al contempo, una migliore ed efficace programmazione delle produzioni. 

Il prezzo medio di riferimento proposto, fisso per i due anni, è di 135 euro/t, superiore del 24% rispetto al 2022. Una cifra che comporterebbe un esborso, per le sole imprese associate ad Anicav, di circa 50 milioni di euro, e che collocherebbe il pomodoro da industria tra le colture più remunerate. Secondo gli industriali, l’accordo biennale, in un mercato caratterizzato dalla grande volatilità dei prezzi delle colture, rappresenta non grande novità per il settore agricolo, una formula che dà certezze e garantisce la continuità delle produzioni.

ANICAV AUSPICA “SENSO DI RESPONSABILITÀ”

Durante l’incontro del 28 aprile la parte agricola non ha accettato la proposta di contratto biennale, né l’alternativa: l’accordo annuale con retribuzione di 140 euro/t. A questo punto Anicav auspica che le proposte vengano valutate con determinazione, senso di responsabilità e forte spirito collaborativo, per la tenuta di un comparto che rappresenta il fiore all’occhiello della produzione e della trasformazione alimentare italiana.

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