Ortofrutta, inflazione e maltempo fattori cruciali

Il caro prezzi comprime i consumi di frutta e verdura: i dati di Cso Italy. L'alluvione in Emilia-Romagna aumenta le incognite sul mercato
Ortofrutta, inflazione e maltempo fattori cruciali

L’ortofrutta è stretta in una morsa: inflazione da una parte, il maltempo dall’altra. L’alluvione di maggio in Emilia-Romagna, la fruit valley italiana, ha causato ingenti danni e compromesso importanti colture estive (ciliegie, albicocche, pesche e nettarine in primis), ma anche il resto dello Stivale è sotto scacco: il meteo instabile, con eventi estremi localizzati in diversi areali ortofrutticoli, e il caldo che si fa desiderare ha inevitabili ripercussioni sul mercato. Pensiamo ad esempio a ciliegie, meloni e angurie, che tra noie climatiche e poca propensione al consumo hanno visto un esordio complicato. Gli stessi timori ci sono per l’avvio della campagna dell’uva da tavola siciliana.

Se nei primi tre mesi dell’anno i consumi di frutta e verdura delle famiglie italiane si sono contratti a volume di ben l’8% secondo le elaborazioni dell’Osservatorio di Mercato Cso Italy sulla base delle rilevazioni effettuate da Gfk Italia, con lo scenario che si prospetta il quadro non pare destinato a migliorare, anche perché nei prossimi mesi si concretizzeranno gli effetti dell’ondata di maltempo di maggio: è lecito aspettarsi meno prodotto e quotazioni più sostenute. 

IL PUNTO SUI CONSUMI DI ORTOFRUTTA

Gennaio -10%, febbraio -5%, marzo -8 per cento. Nel primo trimestre le famiglie italiane hanno acquistato 1,27 milioni di tonnellate di ortofrutta e nello stesso periodo il prezzo medio di acquisto è balzato dell’8%, ma se si estende il confronto all’ultimo quinquennio l’aumento è del 21 per cento. I dati di Cso Italy mostrano in tutta la sua portata il fenomeno dei consumi di ortofrutta al ribasso.

Le maggiori contrazioni nel periodo considerato si registrano per la frutta (644mila tonnellate, -10% sul primo trimestre 2022 che aveva già segnato un pesante ribasso sul 2021): arance (-10%), mele (-8%), banane (-9%) e clementine (-22%) le referenze che più hanno accusato il colpo. E pure la frutta secca è tutta col segno meno.

Per gli ortaggi non va molto meglio, i quantitativi sono in calo del 6% rispetto al primo trimestre 2022, mentre la spesa fa segnare un +8 per cento. La contrazione delle patate (-3%) incide sull’intero aggregato, essendo anche la specie più voluminosa. Le carote scendono del 9 per cento. Forte discesa anche per le insalate (-14%) e i carciofi (-27%). In controtendenza pomodori (+4%), finocchi (+31%) e zucchine (+7%). La IV Gamma risente della situazione generale con una battuta d’arresto alla crescita che si era registrata nella serie storica dal 2019 ad oggi. Con 24 mila tonnellate per il primo trimestre 2023, le insalate ritornano al livello del 2021 ma registrano un -4% sul 2022, le verdure miste elaborate salgono del 2% mentre le altre verdure perdono 20 punti percentuali.

LE CAUSE DEL CROLLO

Stando ai dati di Cso Italy, ogni italiano ha consumato in questi primi tre mesi dell’anno 4 kg in meno di ortofrutta sul 2019 e quasi 2 kg in meno sul 2022. E come evidenzia la Direttrice Elisa Macchi, “sarà difficile invertire questa tendenza nel breve periodo”. Ma quali sono i motivi di questo trend? L’inflazione è l’indiziato numero uno, ma c’è anche il grande tema della disaffezione dei consumatori verso le referenze ortofrutticole, sacrificabili sull’altare del contenimento della spesa, e la necessità di comunicare intercettando le esigenze dei giovani, le nuove abitudini di consumo e non tralasciando i grandi filoni del benessere e della sostenibilità.

Sul fronte prezzi, oltre all’aumento generalizzato, bisogna però ricordare che anche l’effetto meteo: sia per i riflessi sulle produzioni in campagna, con disponibilità inferiori e quotazioni che salgono, sia (ma questo si vedrà più sulla primavera inoltrata) per la tendenza dei consumatori a prediligere alcune referenze rispetto ad altre in ragione del caldo che si fa desiderare. 

MALTEMPO IN EMILIA-ROMAGNA, SI PASSA ALLA FASE DUE

Passata la fase acuta dell’emergenza maltempo, l’ortofrutta emiliano-romagnola si è messa subito al lavoro per programmare al meglio la campagna estiva. Così ha fatto ad esempio il Gruppo Alegra, business unit di Apo Conerpo.

“Ci troviamo davanti a una sfida senza precedenti, per noi e per la frutticoltura romagnola – commenta il Direttore generale Mauro Laghi –. Tutto lo staff di Alegra, Brio e Valfrutta Fresco è stato costantemente in contatto sia con i soci produttori sia con i clienti della distribuzione: tutti si rendono conto della portata della calamità, e tra i vari settori produttivi l’agricoltura è quello più colpito, ma la forza della cooperazione, dell’organizzazione e dell’aggregazione saprà dare una risposta concreta alle esigenze della filiera. Il monitoraggio delle prossime settimane ci consentirà di capire l’entità degli ammanchi, specie per specie e varietà per varietà: da qui potremo elaborare una programmazione precisa a partire delle disponibilità reali, considerando ovviamente tutto il parco soci e fornitori che il Gruppo ha sviluppato negli anni. Una strategia di diversificazione degli areali produttivi che, oggi più che mai, si mostra lungimirante e ci consentirà di continuare a rispettare gli impegni presi con il mondo della distribuzione e di dar corso ai programmi. La sfida che ci attende è chiara: ancora più che in passato, dovremo riuscire a valorizzare al meglio sul mercato tutto il prodotto disponibile con l’obiettivo di sostenere tutti i nostri soci e garantire un futuro alla frutticoltura in Romagna – conclude Laghi –. Lo dobbiamo soprattutto a quelli più colpiti dagli eventi avversi delle scorse settimane”.

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