Accordo Europa-Nuova Zelanda, il Consiglio Ue approva il libero scambio

Per Assolatte dal testo dell’accordo di libero scambio emergono luci e ombre: “Un’intesa sbilanciata che favorisce Wellington, ma al tempo stesso un importante scatto verso la tutela globale dei formaggi Dop”
Accordo Europa-Nuova Zelanda, il Consiglio Ue approva il libero scambio

Con la decisione di firmare l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Nuova Zelanda, il Consiglio Ue ha dato una forte spinta alla sua entrata in vigore che avverrà probabilmente entro la prima parte del 2024. L’industria lattiero-casearia italiana, si legge in una nota ufficiale di Assolatte, ha sempre manifestato alcune perplessità su questa intesa, che per latte e derivati appare sbilanciata a favore di Wellington.

IL MERCATO NEOZELANDESE

La Nuova Zelanda, infatti, è uno dei più grandi produttori mondiali di latte e derivati con un volume di consegne pari a circa 22 milioni di tonnellate e una produzione di formaggi di 380.000 tonnellate. Una produzione destinata per il 90% all’export, soprattutto verso Cina, Giappone, Australia, Corea del Sud e Filippine. Le esportazioni verso l’Europa, invece, sono da sempre piuttosto scarse.

Nella decisione del Consiglio Ue hanno prevalso considerazioni di più ampio respiro, trasversali ai vari settori. Sempre secondo Assolatte, sono state fatte importanti concessioni alla controparte neozelandese sul fronte lattiero-caseario: 36.000 tonnellate di burro vedranno i dazi ridursi gradualmente ai minimi, e anche per i formaggi è prevista la completa liberalizzazione in sette anni di un contingente da 25.000 tonnellate.

I LATI POSITIVI DELL’ACCORDO

Vi sono, però, importanti aspetti positivi: “Con questo accordo la Nuova Zelanda accetta il protocollo che le impone di riconoscere e tutelare le indicazioni geografiche – dichiara Paolo Zanetti, Presidente Assolatte –. E con l’entrata in vigore dell’accordo saranno 13 i formaggi Dop italiani che verranno protetti anche dalle ‘copie’ neozelandesi”. La lista comprende le Dop più esportate: Asiago, Castelmagno, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Montasio, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Pecorino Toscano, Piave, Provolone Valpadana, e Taleggio.

Anche se non tutti i prodotti saranno tutelati come avviene a livello europeo, l’accordo rappresenta un passo in avanti molto importante verso la tutela globale delle Dop – prosegue Zanetti –. Le imprese neozelandesi, infatti, non potranno più usare le nostre denominazioni, né per il mercato domestico né per le esportazioni verso l’Asia”. L’intesa, inoltre, prevede l’indicazione obbligatoria della vera origine dei formaggi, contribuendo così a combattere l’italian sounding.

La storia recente – conclude Zanettici insegna che gli accordi internazionali danno il via a circoli virtuosi, come è successo in Canada e Giappone che dopo aver siglato l’intesa con l’Europa hanno definito regole proprie sulla tutela delle indicazioni geografiche, ispirate a quelle europee”.

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