Nonostante i massicci investimenti in tecnologia, di cui una parte destinata proprio al potenziamento degli e-commerce e al miglioramento dei processi di approvvigionamento, i retailer americani nel 2022 hanno registrato un calo nelle vendita digital. Meno 23 miliardi di dollari di fatturato per una perdita che sfiora i 300 milioni. Questi sono i numeri salienti che emergono dall’ultima ricerca condotta dalla società specializzata in ricerche di mercato Incisiv, in collaborazione con FMI – The Food Industry Association e Relex Solutions, una società di ottimizzazione della supply chain e della vendita al dettaglio. Il sondaggio, denominato, “Increasing Online Profitability Through Strategic Fulfillment”, e ripreso dal portale americano GroceryDive è stato condotto su un campione di 116 persone, il 73% dei quali corrisponde a C-Level o direttori del comparto retail.
UN PROBLEMA LOGISTICO
Le cause di tale rallentamento sono da imputare alla scarsità di molti articoli, che risultano non disponibili o non sostituiti con prodotti simili, ha rilevato il rapporto. Secondo gli intervistati, l’elemento imprescindibile per una efficace correzione è, ovviamente, l’ottimizzazione degli inventari e dei processi di fornitura.
Nei prossimi 12-18 mesi, gli intervistati hanno affermato che le loro principali priorità a livello strategico saranno il miglioramento della disponibilità dei prodotti (97%), il bilanciamento del carico di lavoro e degli ordini per ottimizzare l’utilizzo della manodopera e degli spazi (89%) e il miglioramento della previsione e della proiezione degli ordini dei clienti (86%).
“Comprendere gli input della domanda per prevedere cambiamenti a lungo termine o improvvisi nel comportamento dei consumatori è importante, anche se è relativamente basso nelle considerazioni” con solo il 44% dei retail che afferma che si tratta di una grande opportunità, osserva il rapporto. “Mentre i retailer si sforzano di passare a un modello omnicanale, riconoscono il ruolo cruciale del coordinamento tra i reparti aziendali nel guidare il cambiamento – afferma il rapporto –. Tuttavia, l’assenza di incentivi adeguati o indicatori chiave di prestazione (kpi) rende sempre più difficile fare progressi”.
Per il 2023 vi sono già timidi segnali di ripresa, considerando che, sempre secondo il rapporto, le vendite digital nel 2023 (si presume al 30/6) hanno rappresentato il 69% delle vendite complessive di generi alimentari ($ 362 miliardi).