I forti timori per una ulteriore diffusione della Psa impensieriscono non poco la filiera, alla luce anche dei nuovi contagi tra i cinghiali selvatici registrati in Lombardia. Se la malattia si diffondesse in zone più vicine ai numerosi allevamenti della food valley italiana, milioni di suini sani destinati principalmente alla produzione dei prosciutti Dop di Parma e San Daniele dovrebbero essere prematuramente abbattuti. Un rischio enorme che richiede nuovi interventi immediati.
“È bene che l’attenzione sia alta – sottolinea Pietro D’Angeli, Presidente Assica – ma è irrinunciabile agire subito. Non è possibile attendere oltre. Sappiamo che il vero nodo sono le risorse economiche con cui poter realizzare gli interventi che tutti riconosciamo come unici efficaci ad attuare un’azione decisa di contenimento, prevenzione ed eradicazione. Dunque, posa di recinzioni contenitive e di protezione, abbattimenti organizzati, pianificati e sistematici sotto un’unica regia nazionale. Per questo rivolgiamo un appello accorato al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Economia e delle Finanze. Ciò affinché si possano rendere prontamente disponibili almeno 50 milioni di euro per realizzare quanto sopra. A fronte di una situazione straordinaria sentiamo il bisogno che si ricorra a soluzioni straordinarie, rapide e certe. Tutto ciò prendendo in considerazione anche l’impiego di esperti militari sul territorio laddove necessario per garantire rapidità ed efficacia di intervento. Siamo in una situazione molto delicata in cui scelte sbagliate o intempestive porterebbero danni irreparabili all’intera filiera produttiva”.
UNA CORSA CONTRO IL TEMPO
Nelle ultime settimane si sono succedute numerose riunioni sui territori per definire interventi e soluzioni che possano contribuire a rallentare l’avanzata della malattia. Ma spesso incontrano il limite delle risorse a disposizione. “Ogni iniziativa di contrasto alla Psa – commenta D’Angeli – è sicuramente d’aiuto e dimostra la buona volontà delle istituzioni. Ma serve un cambio di passo sia sul piano delle risorse sia sul piano del coordinamento delle attività affidato al Commissario Straordinario. Finora il Commissario ha operato in piena cooperazione con le Regioni e nel rispetto delle prerogative di ciascuna. Tuttavia ci sentiamo di suggerire a tutti gli interlocutori istituzionali di provare a meglio concentrare sforzi e risorse su pochi interventi comuni coordinati a livello nazionale”.