Il Cavalier Flavio Repetto, Fondatore e titolare delle storiche aziende dolciarie Elah-Dufour, Novi e Baratti&Milano è morto, all’età di 92 anni, a Novi Ligure. Nato nel dicembre del 1931 a Lerma in provincia di Alessandria, all’età di 14 anni si trasferì con la famiglia a Genova, dove di giorno lavorava come cameriere e di sera studiava ragioneria all’istituto Avanzini. Si trasferì poi a Roma per dirigere una società americana e, di seguito, aprì l’azienda vitivinicola Vallechiara e la GR-Generale Ristorazione, che arrivò a gestire 50.000 pasti al giorno.
Nel 1975 acquisì la maggioranza della Sibeto, società di imbottigliamento e distribuzione della Coca Cola per il Piemonte e la Valle d’Aosta e costruì uno stabilimento a Biella poi rivenduta per investire nel settore dolciario, acquisendo i marchi Elah e Dufour, assieme allo stabilimento di Genova Pegli.
Nel 1985 acquisì la Novi, fondata nel 1903 da Giovanni Battista Gambarotta. Nasce poi il gruppo Elah-Dufour-Novi, arrivando a un fatturato di oltre 130 milioni di euro. Le imprese sono gestite con successo dal figlio Guido. In Italia ha ottenuto risultati importanti nelle tavolette e crema di cioccolato investendo su prodotti di alta qualità, realizzati partendo da fave di cacao dell’Equador e da nocciole del Piemonte, ricavate soprattutto da noccioleti di proprietà per garantire la qualità delle materie prime.
Quella della qualità è sempre stato un obiettivo per Flavio Repetto. Ricordo quando venne a trovarmi a Parma a fine degli anni Novanta per conoscermi e iniziare una collaborazione che poi è proseguita negli anni. Repetto ha sempre investito nel brand e nella comunicazione. Per espandersi all’estero il figlio Guido è entrato nel Consorzio Italia del Gusto, dove fa parte del consiglio di amministrazione. Novi è un’azienda corteggiata da diversi industriali e fondi di private equity. Ha dichiarato recentemente Flavio Repetto: “Saranno mio figlio e i miei sette nipoti a decidere cosa fare”. Anche se il gruppo va bene e il figlio Guido vuole crescere in Italia e all’estero.
Paolo Dalcò