Lo spreco alimentare è un fenomeno su cui tutta la filiera agroalimentare sta accendendo i riflettori: minimizzarlo non è solo una questione etica, ma ha anche un riflesso economico ed ambientale rilevante. Tra i vari comparti ce n’è uno che può vantare tassi di spreco minimi, quello dei surgelati. In Italia, infatti, vengono gettati solo 13 grammi di prodotti frozen a testa ogni settimana, contro uno spreco di cibo complessivo di oltre 524 grammi pro capite.
È quanto emerge da uno studio promosso da Iias – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, in collaborazione con Luca Falasconi, Docente di Politica Agraria dell’Università di Bologna, in occasione Giornata Internazionale di Sensibilizzazione sulla Perdita e sullo Spreco Alimentare del 29 settembre.
I NUMERI DEL FENOMENO
Secondo i dati Fao, a livello mondiale, gli sprechi e le perdite alimentari lungo la filiera ammontano a 1,3 miliardi di tonnellate/anno, equivalenti a circa 1/3 della produzione totale di cibo destinato al consumo umano. Ogni settimana in Italia, secondo i dati dell’Osservatorio Waste Watcher 2022, sprechiamo circa 524,1 grammi di cibo a testa (poco meno di 75 grammi di cibo al giorno, ossia oltre 27,3 chilogrammi annuali). E questo cibo sprecato ci costa circa 10 miliardi all’anno.
“La top 5 dei cibi più sprecati – spiega il Professor Falasconi – fa registrare al primo posto la frutta fresca (24 grammi pro capite a settimana), seguita da: insalate (17,6 gr), cipolle, aglio e tuberi (17,1 gr), pane fresco (16,3 gr), e verdure (oltre 16 gr), come emerge dalle rilevazioni dell’Osservatorio Waste Watcher”. È interessante notare, invece, come tra gli alimenti meno sprecati dagli italiani emergano i prodotti surgelati, come spiega Falasconi: “Di questi prodotti ne sprechiamo mediamente 715 gr all’anno a persona, che a livello nazionale fa 42 mila tonnellate circa, ma che rappresentano solo il 2,6% di spreco individuale complessivo. Parliamo di un dato del tutto residuale ed ecco perché un maggior consumo di cibi surgelati può essere considerato come parte ideale di una strategia di riduzione dello spreco alimentare”.
LA REAZIONE DEI CONSUMATORI E GLI OBIETTIVI UE
L’attenzione al food waste è diventata una priorità per gli italiani, alle prese negli ultimi tempi anche con il carovita e con la diminuzione del potere d’acquisto, al punto che 9 consumatori su 10 dichiarano che nei prossimi mesi presteranno maggiore attenzione a ridurre gli sprechi a tavola (Fonte: Rapporto Coop 2023).
Per accelerare i progressi dell’Ue sul fronte della lotta agli sprechi, la Commissione europea ha proposto che entro il 2030 gli Stati membri li riducano del 10 % a livello di trasformazione e produzione di alimenti, e del 30 % (pro capite) complessivamente a livello di vendite al dettaglio e consumo (ristoranti, servizi di ristorazione e famiglie).
PERCHÈ I SURGELATI SONO ANTI-SPRECO
La lunga durata di conservazione dei surgelati è il primo fattore che li rende un cibo anti-spreco. Inoltre i prodotti frozen consentono un maggior controllo nelle porzioni e nelle quantità da consumare: si usa solo ciò di cui si ha davvero bisogno. Poi si consuma esattamente tutto quello che si compra, non ci sono scarti, e diventa più facile fare anche la raccolta differenziata dei rifiuti.
I prodotti surgelati consentono di ridurre l’uso di acqua nelle proprie case, perché tutti gli ortaggi sono già lavati e puliti; e c’è anche un minore spreco di risorse energetiche per la cottura dei cibi, in quanto i tempi di preparazione sono nettamente più brevi. Oltre ad essere prodotti sostenibili e “salva-spreco”, i surgelati permettono anche un risparmio economico: infatti, non sprecando il prodotto, non si sprecano neanche i soldi spesi per acquistarlo. Il consumo domestico di surgelati, secondo uno studio della Sheffield Hallam University, rispetto agli analoghi a temperatura sopra lo zero, potrebbe portare ad abbattere lo spreco in casa del 47 per cento.
“I prodotti surgelati aiutano la lotta allo spreco perché permettono un utilizzo ottimale delle materie prime che arrivano pronte per l’uso in cucina – spiega Giorgio Donegani, Presidente IIAS –: attraverso la surgelazione è possibile massimizzare la resa produttiva, contenere gli sprechi che avvengono durante tutta la filiera e ridurre le emissioni di inquinanti nell’atmosfera”.