È un compleanno importante quello che celebra il codice a barre. E questo per due ragioni. La prima è che il linguaggio comune e globale, in grado di rendere visibili i prodotti lungo la supply chain, ha doppiato la boa del mezzo secolo di vita. La seconda è che questo sistema si prepara a fare un salto nel futuro. Il tradizionale e collaudatissimo barcode GS1 è infatti pronto a fondersi al Qr-code.
DUE IN UNO
In buona sostanza, il “vecchio” codice a barre sarà inglobato dalla nuova simbologia che conterrà d’ora in avanti dati strutturati secondo lo standard GS1. E questo non solo consentirà al code bidimensionale di svolgere il tradizionale compito di identificare i prodotti, ma gli permetterà anche di offrire una vasta gamma di nuove opzioni, spinto sia dalla capacità di veicolare un set di informazioni molto più ampio sia dalla possibilità di essere condiviso con tutti i partner della filiera, fino al consumatore finale.
Due plus che aprono la porta a una lunga serie di opportunità per aziende e retailer. Si va dal miglioramento della gestione dell’inventario alla tracciabilità – frontiera oggi molto cara a un consumatore sempre più attento ai temi della sostenibilità –, passando per il nodo nevralgico della sicurezza. Il nuovo sistema abilita infatti a controlli che possono insistere sulla brand integrity, sulla verifica della data di scadenza e di eventuali richiami, e che possono aiutare nella lotta alla contraffazione. Ma non va dimenticato neppure il fronte della comunicazione diretta con il consumatore, che potrà avere così accesso a un ampio patrimonio di informazioni, sempre verificate e aggiornate, che possono arrivare a tradursi in iniziative di fidelizzazione e promozioni capaci di approdare anche in-store.
DA SPAZIO FISICO A DIGITALE
Così come non va tralasciato l’impatto positivo sul packaging. E questo perché il nuovo codice integra lo spazio fisico di etichettatura presente sulle confezioni con quello infinito offerto dal digitale, superando così tutti i limiti imposti da etichette spesso troppo piccole e affollate di claim, loghi, icone e informazioni comunque insufficienti per l’utente finale. E ancora, il Qr-code dà anche modo di assolvere a eventuali nuovi obblighi di legge in materia di labeling in modo semplice e veloce, senza dover ritoccare le confezioni. Ma non è tutto. Il codice bidimensionale promette infatti di rappresentare un concreto e valido ponte verso l’intelligenza artificiale nel largo consumo.
“Questi nuovi codici rispondono al bisogno delle imprese, a qualsiasi livello della supply chain, di condividere in modo efficiente una quantità straordinaria di dati affidabili, a cui aziende e consumatori potranno accedere agilmente, anche solo con una semplice scansione, dal proprio smartphone – ha affermato Bruno Aceto, Ceo GS1 Italy, durante l’evento ‘Transforming tomorrow. La nuova sfida del largo consumo’, andato in scena ieri per celebrare la presentazione del nuovo nato –. Si tratta di una svolta epocale, perché questi codici di nuova generazione, collegando il prodotto fisico al suo gemello digitale, abilitano potenzialità applicative vastissime, che vanno dai processi interni al marketing, dalla tracciabilità alla sostenibilità. E questa svolta è vicina”.
GS1 DIGITAL LINK E GS1 DATAMATRIX
GS1 sta infatti promuovendo un’iniziativa globale con l’obiettivo, entro la fine del 2027, di far sì che gli scanner dei punti vendita retail di tutto il mondo siano in grado di leggere e di elaborare anche i nuovi codici 2D, oltre a quelli a barre lineari. Sarà una rivoluzione graduale, che per un certo periodo vedrà il barcode tradizionale affiancato dal Qr-code contenente un GS1 Digital Link (indirizzo web costruito in modo standard che contiene un codice GS1 e permette di abilitare collegamenti a tutti i tipi di informazioni business-to-business e business-to-consumer ) o dal GS1 DataMatrix (utile quando è necessario trasferire numerose informazioni utilizzando uno spazio ridotto, oppure quando è richiesta l’identificazione di un oggetto con marcatura diretta su di esso), per arrivare infine ad avere solo un codice sulle confezioni dei prodotti: quello bidimensionale.
Un punto di approdo destinato a rappresentare un vantaggio per l’intero settore. “Le nuove tecnologie – afferma Alessandro d’Este, Presidente GS1 Italy – contribuiranno ad accelerare la digitalizzazione delle imprese italiane e delle filiere logistica e distributiva. Un obiettivo che rappresenta un punto fondamentale del piano strategico 2023-2026 di GS1 Italy: l’approccio collaborativo di filiera permetterà di incrementare l’efficienza e, di conseguenza, di ridurre gli impatti ambientali, di dare risposte coerenti ai bisogni del consumatore, e, non ultimo, di mitigare gli effetti delle dinamiche inflattive, contenendo l’aumento dei prezzi”.