Tempo di manovre in casa Agrofood Bic, polo di innovazione aperta multi-azienda lanciato nel 2019 da Granarolo, Eurovo, Conserve Italia, Ima, Camst e Gellify. Pochi giorni fa è stato infatti ufficializzato un investimento in Biova Project, startup che fonda il proprio business sul salvare pane, pasta, riso, frutta e verdura invenduti, per poi trasformarli in nuovi prodotti dall’alto valore aggiunto.
Biova Project è una B-Corp, certificata Iso 22000, che utilizza almeno il 30% di materia secondaria per produrre la propria gamma di birre contro lo spreco e gli snack, nati da recupero dei surplus della produzione brassicola. “La partnership con Agrofood Bic è per noi della massima rilevanza. Rappresenta infatti un’ottima opportunità per valorizzare i nostri asset e cominciare un percorso di open innovation con aziende leader del nostro settore. Le sinergie possibili sono moltissime e avremo molto da condividere, imparare e sperimentare insieme”, racconta il Fondatore e Ceo Biova Project, Franco Dipietro.
PARTNERSHIP E NUOVA NOMINA
Ma non finisce qui. Poco tempo fa è stato nominato da Agrofood Bic il nuovo Presidente Riccardo Piaggi, che ha dichiarato “Questa partnership si tradurrà in nuovi percorsi produttivi in grado di coniugare innovazione scientifica e consolidate competenze agroalimentari, con l’obiettivo di generare prodotti frutto di economia circolare di valore per il benessere delle persone, in un’ottica di massima eco-sostenibilità. Le aziende alimentari socie di Agrofood Bic potranno investigare collaborazioni dirette in virtù dei patti parasociali che legano le aziende all’acceleratore e la startup Biova potrà beneficiare di un valore aggiunto quasi unico dato dalla possibilità di poter lavorare avendo a disposizione una gamma molto ampia di prodotti alimentari. Camst sta già dialogando con Biova. Noi di Granarolo stiamo ragionando di coinvolgere Biova per riutilizzare scarti della lavorazione del latte”.
LA MISSION DI AGROFOOD BIC
Raggiunto in esclusiva da Food, Piaggi ha poi aggiunto “L’innovazione oggi deve essere sempre più sostenibile e il nostro obiettivo è quello di continuare a impegnarci come acceleratore per trovare soluzioni trasversali nell’ambito delle nostre attività. Abbiamo recentemente guardato anche al di là del Mediterraneo incontrando startup israeliane in grado di supportare le aziende Agrofood Bic a superare le conseguenze agricolo-allevatoriali del cambiamento climatico. Stupisce rendersi conto che, nonostante la guerra, nulla si sia fermato. Di fronte abbiamo nuove criticità e sono necessarie soluzioni innovative rapide e scalabili. Lavorare con i giovani delle startup in Italia e all’estero sulle nuove sfide rappresenta per le startup una straordinaria opportunità di calare in campo, in stalla e negli stabilimenti possibili sperimentazioni e per le aziende del nostro acceleratore generare un’occasione di crescita delle migliori competenze interne. Il digitale in parallelo può offrire opportunità inedite e ognuna delle nostre aziende è oggi alle prese con cambiamenti epocali che ci porteranno a costruire fabbriche del futuro nel giro di due/tre anni, ambienti che saranno di grande stimolo per i giovani che incontriamo. Credo molto negli ecosistemi. Agrofood Bic è un progetto di ecosistema italiano aperto, innovativo e focalizzato sul business per superare le sfide più difficili”.