A poco meno di due mesi dall’approvazione del ddl sulla carne coltivata da parte del Senato, legge che è ora al vaglio della Commissione Europea per via delle possibili incompatibilità con il mercato unico europeo, anche la Francia prova ad imitare l’Italia, ma con scarse probabilità di successo. Il Good Food Institute Europe ha tenuto infatti a fare chiarezza su alcune dichiarazioni riportate dai politici transalpini. Nel mese di dicembre, infatti, un gruppo di parlamentari del partito di opposizione Les Républicains ha presentato una proposta di legge per vietare la produzione di cell based meat all’Assemblea Nazionale. A seguire, il ministro dell’agricoltura francese ha dichiarato che “la Francia seguirà l’esempio dell’Italia”.
Il Gfi fa notare che il disegno di legge francese rientra in realtà tra le numerosissime proposte che vengono presentate in ogni parlamento nazionale e che difficilmente vengono esaminate. Del partito Les Républicains fa parte anche il senatore Olivier Rietmann, in passato incaricato di redigere un rapporto sugli alimenti a base cellulare dalla Commissione per gli Affari Economici al Senato.
UN MODELLO DA NON SEGUIRE
Il Gfi ci ha tenuto a sottolineare come il divieto italiano non sia un modello da seguire, proprio a causa dell’incompatibilità che si verrebbe a creare all’interno del mercato unico europeo. Viene inoltre riportato come, in caso di via libera alla carne coltivata in Europa, un eventuale divieto metterebbe la Francia in una condizione di ‘dipendenza tecnologica’ nei confronti di aziende estere. Infine, viene sottolineata la necessità di rafforzare la ricerca, soprattutto alla luce dei benefici per l’ambiente e del potenziale economico, prima di arrivare alla regolamentazione commerciale.
Francesca Gallelli, Consulente per gli affari pubblici Good Food Institute Europe, ha dichiarato: “Ancora una volta è necessario correggere informazioni errate che sono circolate sul tema della carne coltivata. Prima di tutto, la proposta francese arriva dal terzo partito di opposizione. In secondo luogo il ministro dell’Agricoltura Marc Fesneau ha dichiarato la sua intenzione di fare delle raccomandazioni sulla carne coltivata e ipotizzare un quadro normativo di riferimento. Quello che stiamo osservando in Francia è la volontà di avviare un dibattito sul tema che sia informato e basato sulle evidenze scientifiche. In Italia invece dalla presentazione fino all’approvazione della legge, si è assistito a una mancanza di approfondimento, verifica e confronto aperto con tutte le parti interessate. Dal confronto è stata inoltre esclusa l’Unione Europea, alla quale è stata data la possibilità di esprimersi sul divieto solamente a legge già approvata, contrariamente a quanto previsto dal diritto europeo”.
VITAL MEAT PORTA SUL MERCATO IL POLLO COLTIVATO
L’azienda francese di carne coltivata Vital Meat ha recentemente annunciato di aver presentato all’Agenzia alimentare di Singapore (Sfa) un dossier di regolamentazione pre-market per il lancio del suo pollo coltivato. “La prima azienda europea di carne coltivata ad aver sottoposto il suo prodotto all’esame della Singapore Food Agency è francese. Questo non può che essere motivo di orgoglio per il paese – prosegue Gallelli –. Per quale motivo il governo dovrebbe ostacolare l’innovazione sostenibile in patria, anziché supportarla?”.
In un contesto di crescente interesse per le proteine alternative, è essenziale basare le decisioni legislative su informazioni accurate e promuovere un dialogo costruttivo tra le parti interessate.