Tra gli elementi di scelta allo scaffale, in un’offerta enorme e frammentata come quella del vino italiano, c’è il sistema del contrassegno di Stato, ovvero le cosiddette “fascette”: obbligatorie per le Docg, facoltative per le Doc, e ora, su richiesta dei Consorzi o delle Regioni, anche delle Igt.
Nei giorni scorsi dal Ministero dell’Agricoltura è infatti arrivato un decreto sulla tracciabilità anche dei vini Igt (che valgono più o meno un terzo della produzione italiana). Esso introduce il contrassegno stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che potrà essere utilizzato anche per i vini Igt oltre che per i vini a Doc, previa richiesta del Consorzio di tutela riconosciuto o, in sua assenza, della Regione.
Una modifica che ha l’obiettivo di mettere ordine in un ambito, quale quello degli scaffali dedicati ai vini, fin qui piuttosto caotico. I contrassegni e i sistemi di tracciabilità ad essi collegati per Doc e Igt saranno, comunque, forniti esclusivamente dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.