Una sete atavica di informazioni, sul mercato, sul consumatore, sull’impatto ambientale e sociale che genera la propria azienda, caratterizza l’imprenditore e la persona Enrico Zoppas, alla guida di Gruppo San Benedetto dal 1971. Un impegno costante che ha portato la company con sede a Scorzè (Ve) a superare il miliardo di euro di fatturato nel 2023. “Non si smette mai di imparare, la potenzialità di acquisire informazioni è infinita”, racconta a Food lo stesso Zoppas, che nel delineare il percorso aziendale fissa già i prossimi obiettivi. “Stando al nostro piano strategico, abbiamo la potenzialità di arrivare a un giro d’affari di 1,5 miliardi di euro entro il 2026 o il 2027, senza considerare eventuali acquisizioni”. Acquisizioni che non sono all’ordine del giorno, perché la crescita vuole essere soprattutto organica, basata sull’incremento di valore e non del mero volume di vendita.
▶ Il 2023 è stato l’anno del miliardo. Un risultato figlio di una nuova strategia di riposizionamento e coerente con i principi di sostenibilità del Gruppo. Ci può dire come è stata costruita questa crescita?
Ho preso in mano l’azienda nel 1971. In circa 50 anni siamo passati da una dimensione regionale a una dimensione nazionale e internazionale, raggiunta attraverso la costruzione del marchio. In un settore tradizionalmente dominato da brand forti e privo di innovazione, abbiamo scelto come strategia proprio l’innovazione e come obiettivo quello di divenire un’azienda più efficiente. Ma non parlo di un’efficienza fine a se stessa – molti confondono tale concetto con la capacità di un impianto di produrre un singolo prodotto mantenendo una resa molto elevata – noi abbiamo in portfolio 400-500 referenze, frutto di una continua innovazione non solo in termini di imballo, ma anche di mercato e di competenze. Impegnando le nostre risorse su tutti i nostri brand, abbiamo registrato tassi di crescita molto importanti. Per 10 anni siamo cresciuti del 20% l’anno, mettendo in campo delle strategie di innovazione che ci portavano a superare anche i limiti dettati dalla distribuzione.
▶ Su quali settori siete maggiormente attivi?
Oltre che sulle acque, competiamo anche sulle bibite con posizioni di leadership. Mi riferisco al thè, alle bibite gasate no cola, a quelle senza zucchero e agli sport drink. Ci siamo spinti inoltre verso nuove frontiere con prodotti funzionali nell’area benessere, come Aquavitamin, Aquaprotein e Skincare, grazie ai quali stiamo conquistando posizioni di leadership in termini sia di volumi sia di quota di mercato.
▶ Quali sono, dunque, i pillar della vostra strategia di sviluppo attuale?
Da 3 o 4 anni vogliamo generare una crescita di valore, non più di volumi, in linea con i più alti indici nel settore in termini di notorietà, penetrazione e reputazione. Parallelamente, porteremo avanti i nostri obiettivi di sostenibilità, sulla scia del progetto che per primi nel 2008 ci ha portato a calcolare la nostra carbon footprint.
▶ Sul fronte dei costi delle materie prime, qual è la situazione in questo momento? Si sta tornando all’equilibrio o ci sono alcune voci al rialzo che impattano sulla gestione?
I valori si sono stabilizzati, ma su standard tre volte più alti rispetto al periodo pre Covid. E mentre la crescita delle materie prime è stata rapidissima, il tempo di recupero è stato molto lungo. In particolare, nel 2022 abbiamo registrato una notevole sofferenza sia per l’energia che per le materie prime, che sono cresciute del 100% nel giro di pochi mesi. Il cartone, per esempio, cresceva ogni mese del 30-40 per cento.
▶ Con il trimestre antinflazione per la prima volta le istituzioni sono entrate nella dinamica del mercato del largo consumo e della relazione industria di marca e Gdo. Come valuta l’intervento?
Non vi abbiamo aderito, in primis perché crediamo nel libero mercato. Inoltre, quando è entrato in vigore l’inflazione era già scesa significativamente. E non l’hanno più rinnovato… Il tema cruciale è che si devono togliere tutte le aree di speculazione, allora sì che la competitività funziona e che le cose vanno nella giusta direzione. Quello è stato un tentativo, l’intenzione è buona, ma bisogna che sia fattibile.
▶ Sono in progetto nuovi lanci per il 2024?
Già tra qualche mese sarà sugli scaffali una nuova linea di bevande a base avena, con diverse aromatizzazioni tra cui cappuccino e nocciola. Queste bevande porteranno il beneficio legato all’avena e saranno arricchite in termini di vitamine e sali minerali, offrendo quindi vantaggi specifici come energia, tono e reidratazione, rispettando sempre il concetto di funzionalità e mantenendo l’aspetto goloso.
▶ Infine, quanto vale il fatturato estero e come siete organizzati fuori dall’Italia?
L’export pesa circa l’8% e ha un focus incentrato sulla ristorazione. Di conseguenza stiamo curando questo tipo di penetrazione, cercando e trovando distributori che abbiano nel loro network degli operatori di ristorazione e locali che veicolino un posizionamento premium e forte identità italiana.