Con 26 milioni di euro di valore e un export cresciuto del +23%, la Puglia si colloca al primo posto della classifica della filiera dell’olio evo Dop e Igp. A rilevarlo è l’analisi di Coldiretti Puglia sulla base del Rapporto Ismea Qualivita 2023 e dei dati Coeweb Istat, diffusa in occasione dell’evento organizzato da Unaprol-Consorzio Olivicolo Italiano e Coldiretti a Enoliexpo sulla sostenibilità e competitività della filiera olivicola – olearia.
“Il valore dell’olio evo italiano è noto in tutto il mondo, per le sue qualità organolettiche, nutrizionali, funzionali e paesaggistiche. Per questo non può costare tre euro a bottiglia: nonostante l’aumento dei prezzi – ha affermato David Granieri, Presidente Unaprol – i consumi di olio evo sono cresciuti del 3%, a conferma del fatto che i consumatori apprezzano la qualità e il prodotto tracciato made in Italy”.
OCCHIO AI “CONDIMENTI”
Sul tema dei condimenti a base di olio di semi, Granieri ha sottolineato che Unaprol ha alzato la guardia verso le iniziative commerciali “che possono indurre ulteriore confusione, indirizzando i consumatori all’acquisto di prodotti poco sostenibili, di cui non sono note la provenienza, la tracciabilità e la qualità”, ha insistito Granieri nel sottolineare che “chiediamo attenzione anche per la diffusione dei ‘condimenti a base di olio’”. Da qui la richiesta di chiarimenti al Masaf e all’Icqrf sui metodi previsti per l’analisi di congruità di tali condimenti rispetto a quanto dichiarato in etichetta. Granieri auspica inoltre che questi prodotti vengano nettamente separati a scaffale dalle bottiglie di olio evo.
Anche Alfonso Cavallo, Presidente Coldiretti Puglia, ha rimarcato che l’azione di contrasto delle forze dell’ordine è importante in una situazione in cui sono straniere tre bottiglie su quattro consumate in Italia. “Da difendere c’è un patrimonio di biodiversità unico al mondo, con 370mila ettari di terreno coltivato a ulivo, cinque oli extravergine Dop e 1 Igp Olio di Puglia”. Cavallo ha ricordato che la Puglia conta 60 milioni di ulivi, il 40% della superficie del Sud, quasi il 32% nazionale e l’8% comunitaria, per un valore di un miliardo di euro di produzione lorda vendibile) di olio evo.
MEGLIO ACQUISTARE EVO ITALIANO
Sul tema della crisi produttiva di paesi-chiave come la Spagna e dell’aumento dei prezzi, anche per sostenere l’economia ed il lavoro, Coldiretti consiglia di scegliere le produzioni made in Italy, verificando attentamente l’etichetta. Infatti, secondo Coldiretti Puglia sulle bottiglie di evo ottenute da olive straniere non sempre è ben evidenziato e leggibile che si tratta di ‘miscele di oli di oliva comunitari’, ‘miscele di oli di oliva non comunitari’ o ‘miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari’, indicazioni obbligatorie per legge.
Meglio dunque “guardare con attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica”.