Linkontro NIQ: frena l’inflazione ma i volumi tornano a calare

L’analisi dei consumi nell’epoca della “permacrisi”: nei primi mesi del 2024 cambia lo scenario, e le tendenze parlano di una spesa sempre più frammentata e polarizzata
Linkontro NIQ: frena l’inflazione ma i volumi tornano a calare

Nel 2023 il giro d’affari nel largo consumo ha raggiunto una quota di spesa di 134 miliardi di euro (+7,9% rispetto al 2022). Le famiglie hanno effettuato 4,2 miliardi di visite ai negozi, acquistando 430.000 prodotti. La Gdo conta ad oggi più di 400 insegne e oltre 200 centri decisionali. Si è aperta con questi dati la 39esima edizione de Linkontro organizzato da NIQ, che quest’anno al Forte Village Resort di Santa Margherita di Pula (Cagliari) registra oltre 900 presenze, con 644 manager e 275 aziende tra industria e Gdo.

I NUMERI DI NIQ E GFK

Il barometro dei consumi, che combina i dati di NIQ e GfK, registra un incremento delle vendite nel largo consumo (+3%, per un fatturato di 31 miliardi di euro) nei primi tre mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il settore continua il suo percorso di crescita, benché ad una velocità inferiore rispetto all’anno precedente (+9,5%) con un rallentamento dovuto principalmente alla discesa dei tassi d’inflazione. Enzo Frasio, Ad NIQ e GfK, afferma: “Si evidenzia un improvviso cambio di passo della crescita delle vendite, mentre continua la contrazione della spesa per beni tecnologici e durevoli, il che rivela priorità modificate nelle scelte di consumo degli italiani”.

LO STATO DEL LARGO CONSUMO CONFEZIONATO IN ITALIA

Nei primi mesi del 2024, infatti, la spesa degli italiani rallenta il ritmo, e i volumi registrano nuovamente un segno negativo (-1,3%) mentre il trend a valore cresce del +0,4 per cento. Nonostante l’inflazione in rapido calo e tendente allo zero nell’ultimo bimestre, NIQ sottolinea come alcuni segnali dell’offerta siano già in deflazione. È il caso del canale discount, nonché della Mdd che, a causa dell’effetto “prezzi zero”, da un lato tutelano il potere d’acquisto dei consumatori ma dall’altro registrano una diminuzione dei ricavi rispetto al 2023.

La conferenza stampa d’apertura de Linkontro

Quanto ai canali distributivi, la crisi dei volumi si manifesta soprattutto nei negozi di piccola superficie mentre gli specialisti drug sono in controtendenza (+6,1% a volume). La forte tenuta dei negozi specializzati è probabilmente indice di una predilezione da parte dei consumatori, strettamente legata all’offerta sugli scaffali. In ogni caso la crisi dei volumi non riguarda tutte le realtà distributive, perché i consumatori stanno selezionando attentamente i negozi in cui acquistare.

FRA PRIVATE LABEL E PRODOTTI PREMIUM

La Mdd (+0,8% a confezione) si conferma il segmento più dinamico secondo le analisi di NIQ. La pressione promozionale applicata dalle grandi marche resta evidente, e delinea una difficoltà a dispetto delle strategie di business applicate. In questo scenario, la vera sfida per le Mdd sarà cogliere le opportunità di crescita anche con le linee a più alto valore della stessa categoria (bio, ecofriendly, healthy) data l’attuale flessione delle vendite. Infatti, da gennaio ad aprile 2024 la Mdd di primo prezzo registra un significativo +40,6% a valore e +29,4% a volume. Parallelamente alla crescita delle promozioni, la domanda di prodotti premium non sembra rallentare, evidenziando una crescente polarizzazione del carrello della spesa.

L’osservatorio NIQ sottolinea anche come nel 2023 la crescita sia stata determinata dalla variabile del prezzo, mentre oggi per gli operatori del settore intenzionati a crescere è necessario concentrarsi sugli assortimenti: non solo per numero di prodotti e variabilità sugli scaffali, ma anche in termini di maggiore efficienza complessiva e rotazione dei singoli beni.

Romolo De Camillis, Direttore retail NIQ, sottolinea: “Ad oggi ci troviamo di fronte a due gruppi di consumatori: da un lato le famiglie con figli, che rappresentano una fascia importante per il consumo di massa ma dispongono di un reddito sempre più ridotto; dall’altro le famiglie meno giovani senza figli, che desiderano condurre una vita più salutare. L’andamento demografico influenza direttamente il trend del largo consumo poiché le esigenze e le abitudini dei consumatori variano profondamente impattando su prodotti, canali e fatturati. Gli operatori di marca e insegna devono quindi rispondere al cambiamento puntando su assortimenti efficienti in grado sia di soddisfare le esigenze di risparmio degli italiani sia di alzare il livello di qualità degli acquisti, anche attraverso strategie multicanale”.

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