Economia del mare, sostenibilità e responsabilità ambientale d’impresa sono state al centro della terza edizione di Be Blue – The Sea Conference 2024, promossa da Delicius, realtà parmigiana di riferimento nel mercato delle conserve ittiche, presso Ape Museo di Parma. Una conferenza che cade in occasione dei 50 anni di storia dell’azienda, celebrata nelle sale museali con la mostra Mare Nostrum nella quale il mare e la pesca sono raccontate dall’arte contemporanea.
Be Blue è stata un’occasione di confronto tra imprese del largo consumo, mondo accademico, associazioni e istituti di ricerca impegnati nella salvaguardia dell’ecosistema marino, per fare il punto economico e ambientale sul mare e il suo sistema tra pesca, produzione ittica, filiera e comunicazione. Gli oceani sono patrimonio dell’umanità, sia perché producono il 50% dell’ossigeno che respiriamo sia perché generano valore per 2.500 miliardi di dollari ogni anno. Per questo Delicius ha scelto di portare sul palco imprese, soggetti non profit e istituzioni: WWF Italia, Università degli Studi di Milano, NielsenIQ Italia, Università degli Studi di Parma, Conad, Carrefour, Dit – Distribuzione Italiana, Banco Alimentare e Banca Intesa Sanpaolo.
“Momenti di confronto come questi – ha sottolineato Irene Rizzoli, Ad Delicius – possono dare concretezza al nostro modo di fare impresa, che non può prescindere da curiosità, attenzione a intercettare le esigenze della società e innovazione – vera chiave della sostenibilità. Ma l’innovazione è strettamente connessa al cambiamento, contro cui l’uomo ha per natura una resistenza: per combatterla occorrono buon senso, buona volontà, coerenza e ambizione, con un pizzico di coraggio”.
SVILUPPO SOSTENIBILE A LIVELLO GLOBALE
I concetti chiave su cui si è sviluppato il confronto sono stati one health, food safety, food security e food sustainability. Il dibattito ha evidenziato quanto l’etichetta non sia solo uno slogan, né il packaging solo un medium. Il 46% dei consumatori (fonte: NIQ Italia) attribuisce ai brand le maggiori responsabilità per un futuro sostenibile. Un dato più alto degli stessi governi locali, ritenuti responsabili dal 39 per cento.
Per il 38% un ruolo chiave nella sfida della sostenibilità spetta agli stessi consumatori, per il 29% ai retailer, per il 28% agli agricoltori, per il 25% alle aziende energetiche, per il 24% alle organizzazioni globali, per il 17% alle aziende tech e agli enti indipendenti, e solo per l’11% alle istituzioni finanziarie. La sostenibilità si conferma motore della crescita economica, nonché uno dei fattori di scelta durante la spesa.
SHOPPER MARKETING FOR CONSCIOUS SHOPPING
Silvia Bellini, docente di Marketing presso l’Università di Parma, ha illustrato a questo proposito i risultati della prima edizione dell’Osservatorio conscious shopping, promosso dall’UNIPR insieme a NIQ e Retail Institute. La ricerca ha coinvolto aziende della Gdo e dell’industria – tra cui Delicius – con lo scopo di analizzare i driver degli acquisti consapevoli e il passaggio da acquisti a comportamenti consapevoli. Alla base dello studio il concetto di “Shopper marketing for conscious shopping”, che racchiude l’insieme delle azioni promosse nei luoghi di acquisto da industria e distribuzione volte a stimolare ethical sales; ovvero, a spingere gentilmente (nudging) gli individui ad assumere comportamenti responsabili. Solo guardando alla sostenibilità come un terreno di azione condivisa che mette al centro lo shopper, industria e distribuzione possono svolgere un ruolo decisivo per ridurre il gap tra intenzioni e comportamenti e guidare insieme il cambiamento verso un futuro più sostenibile.
LE BUONE PRATICHE DELLA GDO
Alessandra Corsi, Direttrice marketing Conad, sottolinea come l’offerta dell’insegna privilegi “La presenza di prodotti sostenibili nei nostri punti vendita, e ci fa scegliere aziende virtuose insieme alle quali rendiamo disponibili prodotti esclusivi e realizziamo comunicazione congiunta. Attraverso la nostra marca del distributore da anni ci impegniamo per essere sostenibili nei tre ambiti ambientale, sociale ed economico, tramite azioni quali il passaggio al packaging sostenibile e la ricerca di fornitori italiani virtuosi, con i quali costruiamo relazioni a lungo termine. Collaborazione di filiera, partnership con i produttori e strategia che mette al centro i bisogni dei consumatori sono gli ingredienti fondamentali su cui puntare. La principale difficoltà nell’implementare pratiche di sostenibilità riguarda gli investimenti significativi che tutti gli attori della filiera sono chiamati a realizzare, investimenti che, se trasferiti sui prezzi al pubblico, rendono i prodotti meno appetibili poiché i consumatori non vogliono pagare di più, delegando questa responsabilità a istituzioni, aziende e Gdo. Pertanto, è essenziale creare una forte partnership di filiera, basata su etica e trasparenza, attraverso una strategia centrata sul cliente e i suoi bisogni”.
Joséphine Ducatteau, Responsabile Csr merci Carrefour Italia, ribadisce il ruolo centrale della Gdo per promuovere comportamenti di acquisto sostenibili: “La sostenibilità è per noi di Carrefour un tema rilevante in cui crediamo fortemente. Lo testimonia l’ambizione di gruppo di essere leader della transizione alimentare per tutti, per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici, tutelando il nostro pianeta e favorendo un consumo più responsabile. Se parliamo dei gap tra intenzioni e comportamenti di consumo, riteniamo fondamentale agire su due differenti livelli: continuare lavorare per colmare il divario tra aspettative dei clienti e impegno delle aziende che compongono la filiera e agire con azioni di sensibilizzazione per fare in modo che la crescente sensibilità dei consumatori verso tematiche di questo tipo si trasformi anche in azioni concrete“.
Alessandro Camattari, Direttore commerciale e marketing Dit – Distribuzione Italiana, rileva l’esistenza di una domanda e di un’offerta già molto sviluppate di prodotti “con valenza ‘etica’. La sfida attuale è la creazione di un sistema coerente tra comunicazione puntuale dei contenuti di prodotto ed elementi valoriali dell’insegna, introducendo il tema strategico della credibilità e della reputazione. Allo stesso tempo, l’efficacia delle azioni di sostenibilità passa inevitabilmente dal coinvolgimento di quante più persone possibili in un cambiamento profondo delle dinamiche di consumo, e dunque dalla necessità di rimuovere il più possibile le barriere economiche alla base“.