Il cibo italiano è il più sostenibile al mondo

I risultati dell’analisi curata dal Centro Studi Divulga. Agricoltori italiani primi in Europa per valore aggiunto generato da ogni ettaro coltivato
Il cibo italiano è il più sostenibile al mondo

Il cibo italiano è il più sostenibile al mondo, grazie a materie prime agricole che provengono da un sistema produttivo fra i più efficienti; capace, negli ultimi trent’anni, di tagliare più degli altri le emissioni che possono alterare il clima. Sono le conclusioni di una recente analisi curata dal Centro studi Divulga.

Dal punto di vista della redditività, i numeri della filiera agroalimentare italiana sono eloquenti: oltre 620 miliardi di euro di fatturato dal campo alla tavola dei ristoranti, composti dai 72 miliardi dell’agricoltura a cui si aggiungono i 178 dell’industria alimentare e delle bevande, i 146 del commercio al dettaglio, i 164 del commercio all’ingrosso e i 63 della ristorazione. L’Italia è da tempo prima al mondo per numero di indicazioni geografiche d’origine protette: 853 tra Dop, Igp, Stg, Doc e Docg, davanti alla Francia che si ferma a 713 e alla Spagna che ne ha 357. Gli agricoltori italiani sono inoltre primi in Europa per valore aggiunto generato da ogni ettaro coltivato, con 2.968 euro. Quasi il doppio dei 1.822 euro per ettaro generati dagli agricoltori tedeschi e i 1.590 dei francesi.

LA FILIERA ITALIANA, LA PIÙ GREEN D’EUROPA

Ma l’analisi del Centro studi Divulga dimostra inoltre come quella italiana sia la filiera agroalimentare più sostenibile. Le emissioni agricole calcolate sul valore aggiunto del cibo italiano sono infatti tra le più basse rispetto a quelle dei principali paesi europei, oltre che in confronto con la media UE. In Italia le emissioni sul valore aggiunto sono 1,26 kg di anidride carbonica per ettaro, in Spagna 1,58, in Francia 2,28, in Germania 2,45 e in Polonia 4,1. La media Ue è pari a 2,15 kg.

Nei 30 anni che vanno dal 1990 al 2020, l’agricoltura italiana ha ridotto le emissioni del -23%, contro il -18% della media Ue. Nello stesso periodo, le emissioni agricole negli Stati Uniti sono aumentate del 7%, in Cina del 9%, in India del 29% e in Brasile del 51 per cento.

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