Nel 2022, la filiera agroalimentare italiana ha raggiunto un fatturato di 251,1 miliardi di euro (in crescita del +31% rispetto al 2015), 176,7 dei quali provenienti dai prodotti food&beverage e 74,4 dal comparto agricolo. Sono alcuni dati provenienti da una ricerca condotta da The European House-Ambrosetti realizzata in occasione dell’ottavo forum “La Roadmap del futuro per il Food&Beverage” di Bormio, che si è tenuto tra venerdì 7 e sabato 8 giugno.
Includendo distribuzione, Horeca e intermediazione, secondo il report diffuso dal Corriere della Sera i numeri del comparto parlano di ricavi totali pari a 586,9 miliardi di euro. E nel complesso la filiera, che occupa 3,7 milioni di lavoratori, genera 334,5 miliardi di euro di valore aggiunto – pari al 19% del Pil italiano, in crescita del +2,6% rispetto al 2021 – suddivisi tra agroalimentare in senso stretto (66,6 miliardi), intermediazione, distribuzione e Horeca (67,5 miliardi), e filiere attivate a monte e a valle (200,4 miliardi).
“In un contesto di crisi permanente, che ci accompagna dal 2020 tra emergenza sanitaria e tensioni internazionali, è la qualità della produzione agroalimentare made in Italy il fattore che ha permesso al settore di continuare a crescere: siamo il primo Paese nell’Unione Europea per prodotti certificati, 890 in totale, di cui 326 dal mondo alimentare, che valgono 8,9 miliardi di euro, e 564 dal settore vinicolo, per oltre 11 miliardi di euro”, commenta Valerio De Molli, Managing partner e Ceo di The European House Ambrosetti.
IL VINO TRAINA LE ESPORTAZIONI TRICOLORE
L’anno scorso, le esportazioni di food&beverage italiano hanno raggiunto un valore pari a 62,2 miliardi di euro, che si inserisce in un trend di crescita media annua del +6,4% (nel periodo 2010-2023). Anche l’incidenza dell’export agroalimentare sul valore nazionale totale è cresciuta in modo costante negli ultimi anni: dall’8,2% del 2010 al 9% del 2017, fino al 9,9% del 2023. Il vino è il prodotto più esportato, con una quota del 12,5% sul totale dell’export agroalimentare italiano ed un valore di 7,8 miliardi di euro, seguito dai prodotti bakery e dairy. L’Italia detiene il primato mondiale in varie categorie di prodotto: dalla pasta (con una quota di mercato del 45%) agli amari e distillati (41,5%), dalla passata di pomodoro (27%) alle verdure lavorate (20%).
Benedetta Brioschi, Partner di The European House Ambrosetti, sottolinea inoltre come il Paese sia “primo tra i competitor europei per valore unitario del prodotto che esporta. Nel 2023 il valore medio di un prodotto italiano è stato di 244 euro per 100 kg, i prodotti spagnoli si sono fermati a 210 euro, quelli tedeschi a 168 e i francesi a 135”. Secondo la ricerca, il principale partner commerciale estero è la Germania (10,1 miliardi di euro di esportazioni agrifood), seguita da Francia (7,2 miliardi) e Usa (6,7 miliardi).