Mozzarella di Bufala Dop, il calo della produzione non frena l’export

Negli spazi del Next di Paestum, il Consorzio di Tutela ha commentato le ultime rilevazioni sulla tipicità campana. Francia protagonista nell’analisi dell’Osservatorio
Mozzarella di Bufala Dop, il calo della produzione non frena l’export

Gli ultimi dati sulla produzione e l’export della Mozzarella di Bufala Campana Dop, presentati in occasione dell’Osservatorio economico – strumento ideato dal Consorzio di Tutela in partnership con Nomisma e UniCredit –, rivelano un quadro complesso, ma al contempo sfidante. Nel 2023 le esportazioni hanno risentito di un leggero calo dettato dallo scenario internazionale, attestandosi al 38,3% delle vendite totali (erano il 40,1% nel 2022), con la Francia in testa alla classifica dei paesi mozzarella lovers (incide il 29% del totale export).

PRODUZIONE E QUOTE LATTE, DUE NODI DA SCIOGLIERE

Per quanto riguarda la produzione, se nel 2023 è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al 2022 (55.588 tonnellate di mozzarella Dop, -0,4%), nel primo trimestre 2024 si assiste a una diminuzione del 3,8%, dovuto alle difficoltà dei mercati e all’inflazione, “che seppur in calo – sottolinea Nomisma – sta pesando sulle tasche degli italiani e si riflette negli acquisti”.

Si registra, invece, nel primo trimestre 2024, un aumento del 3,3% di latte idoneo alla Dop, con il rischio di uno squilibrio della filiera. Nell’area di produzione, infatti, come risulta dalla Banca dati nazionale, sono presenti 196.369 bufale in lattazione. I caseifici non riescono a trasformare tutto il latte prodotto, per cui ad oggi si registra un esubero di latte idoneo alla Dop di oltre 110 milioni di chilogrammi, senz’altro un nodo da affrontare per il futuro della filiera.

“La fotografia scattata dall’Osservatorio ci mette di fronte alle tante sfide da affrontare. Viviamo un periodo molto complesso, caratterizzato da una forte resilienza del comparto, che si trova di fronte alle difficoltà dettate dal contesto internazionale e dalla crisi dei consumi delle famiglie italiane, che hanno dovuto fare i conti con il caro-carrello – dichiara Domenico Raimondo, Presidente Consorzio di Tutela –. Siamo riusciti a contenere i danni, ma i campanelli di allarme devono spingerci a programmare bene il futuro, a delineare strategie efficaci per affrontare i rapidi cambiamenti in atto. Dobbiamo far leva sulla voglia di mozzarella di bufala campana Dop che continuiamo a registrare nel mondo, ovunque andiamo con le nostre attività. E sento un particolare orgoglio rispetto al successo che la Bufala Dop ottiene in Francia, paese dalla grande tradizione casearia, dove noi svettiamo nelle preferenze. Questo è il modello da seguire e incentivare”.

EXPORT OLTRALPE, STRATEGICO PER LA CRESCITA

L’edizione 2024 dell’Osservatorio si è focalizzata sul confronto tra il mercato dei formaggi in Italia e in Francia e sul posizionamento della mozzarella Dop in questo scenario. Per l’occasione, Nomisma ha realizzato un’indagine sui consumatori in Italia e in Francia, illustrata dal ricercatore Fabio Benassi.

“Ben il 90% dei francesi intervistati identifica l’Italia come uno dei principali paesi di provenienza dei formaggi stranieri di maggiore qualità. Questo conferma la leadership del made in Italy nel settore caseario a livello internazionale”, spiega Benassi. L’Italia è infatti leader nell’esportazione di formaggi e latticini in Francia, con una quota sull’import a valore del 34% (i Paesi Bassi seguono, con distacco, con un peso del 19%). E dal 2018 al 2023 il valore è cresciuto dell’80%, sfiorando 1 miliardo di euro. La mozzarella di bufala campana vede proprio nella Francia il principale paese di destinazione per l’export, con una quota pari al 29 per cento.

E se in Francia l’identikit del consumatore restituisce già oggi la fotografia di una usership al femminile e concentrata nella fascia 30-44 anni, anche in Italia il consumo tende a virare sulle generazioni più giovani (ad oggi il consumatore-tipo è uomo e appartenente alla GenX), con le certificazioni (bio, animal welfare) e il packaging (sempre più sostenibile) a guidare l’acquisto.

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