L’Olio Toscano Igp è l’extravergine a denominazione più venduto al mondo, con 41 milioni di euro di fatturato. Il Consorzio di tutela parla a questo proposito di un successo internazionale meritato per il simbolo numero uno della dieta mediterranea che lo rende, però, anche uno dei prodotti del Made in Tuscany più colpiti dal fenomeno dell’Italian sounding.
“È indispensabile intensificare i controlli sui mercati e sul web allargando contestualmente la platea di accordi bilaterali con i paesi extra UE, per alzare il livello di protezione anche in quei mercati dove oggi i nostri produttori non sono tutelati. Per esempio negli Stati Uniti, che è il principale importatore di Toscano Igp, in Cina e in altri paesi terzi. La competitività di questo olio passa dalla capacità che il sistema avrà di difenderlo dai tentativi di contraffazioni ed imitazione che disorientano il consumatore e minano la sua reputazione”: è l’invito e allo stesso tempo l’avvertimento lanciato dal Presidente del Consorzio di tutela del Toscano Igp, Fabrizio Filippi, dal palco degli Stati generali dell’olio extravergine di oliva organizzati a Siena da Fondazione Qualivita e Origin Italia. Le due associazioni hanno sostenuto fortemente “la riforma del sistema delle indicazioni geografiche licenziata dall’UE, e rivolta al rafforzamento della tutela in ambito online attraverso la protezione ex-officio per i domini”.
Gli Stati generali hanno consolidato la posizione baricentrica dell’Olio Toscano Igp, che rappresenta il 95% dell’intera produzione certificata della regione in un contesto olivicolo nazionale dove le produzioni a indicazione geografica (50 tra Dop e Igp) costituiscono appena il 5% dell’olio prodotto in Italia.
“L’obiettivo è continuare a lavorare per incrementare la produzione certificata, per assecondare una richiesta in crescita, recuperando gli olivi abbandonati che rappresentano oltre il 30% di tutto il patrimonio regionale e puntando decisi sulle varietà regionali ed in modelli di coltivazione sempre più razionali”, ha sottolineato Filippi. “La sfida è poter aumentare la produzione anche del +20%”.