Private label, un mercato in crescita negli Usa

Negli Stati Uniti la marca privata non mostra segni di rallentamento e diventa lo strumento utile alla fidelizzazione del cliente
Private label, un mercato in crescita negli Usa

Secondo l’ultimo rapporto “Power of Private Brands” della FMI – Food Industry Association, più della metà (55%) degli acquirenti di generi alimentari ha acquistato più prodotti a marca privata ​​nell’ultimo anno, rispetto al 28% che invece si è affidato esclusivamente a prodotti di marca. Segno che il mercato della private label è fiorente e il trend non sembra arrestarsi, considerando quasi la metà (46%) degli acquirenti intervistati dichiara di voler acquistare un po’ o molto più marchi privati ​​nel corso del prossimo anno, rispetto al 27% che, al contrario, afferma di voler orientare l’acquisto verso i prodotti di marca.

PL, LO STRUMENTO PER FIDELIZZARE I CONSUMER

Il private label si conferma quindi un potentissimo mezzo tanto per mantenere alto il livello delle vendite quanto per fidelizzare i clienti.  Fra i punti chiave del rapporto proprio la fedeltà degli acquirenti ai marchi privati, ormai slegata dalla logica del prezzo: “Gli acquirenti prevendono di continuare ad acquistare private label anche se i prezzi dei generi alimentari diminuiranno, con un risultato ancora più forte rispetto allo scorso anno”, osserva il rapporto.

Più della metà (53%) dei consumatoriafferma che i marchi privati ​​sono molto o estremamente importanti nel determinare dove fare acquisti, un sentiment in costante aumento negli ultimi anni (+18% vs 2016; +7% vs 2019). Per alcune categorie, i consumatori affermano di acquistare solo prodotti a marchio del retailer, mentre un quarto degli acquirenti intervistati da FMI ha affermato di acquistare solo prodotti da forno freschi o latticini a marchio privato, mentre il 20% ha affermato lo stesso per farmaci senza prescrizione e prodotti freschi preparati come piatti pronti, insalate o panini. FMI ha inoltre osservato che sono proprio gli alimenti freschi a rappresentare la metà delle prime sei categorie sul podio delle scelte.

Il rapporto FMI si basa su un sondaggio condotto su 1.539 acquirenti di generi alimentari statunitensi tra il 7 e il 15 marzo, nonché sui dati di Circana.

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