Agroalimentare, migliora la bilancia commerciale

Nel 2023 nuovi record per gli scambi di food&beverage con l’estero: +6,6% l’export, +4,1% l’import. Primo trimestre 2024: ulteriore aumento delle esportazioni (+6,7%) e calo delle importazioni (-2,5%)
Agroalimentare, migliora la bilancia commerciale

Nel 2023 l’agroalimentare ha segnato nuovi record sul fronte gli scambi con l’estero. L’export agroalimentare è cresciuto del +6,6% rispetto al 2022, raggiungendo il record di 63,1 miliardi di euro (nel 2018 non superava i 42 miliardi), in base all’ultimo rapporto diffuso dal Crea. Primato anche per le importazioni, che raggiungono i 64,7 miliardi di euro con un aumento del +4,1% rispetto al 2022. Andamenti che hanno prodotto un miglioramento della bilancia commerciale agroalimentare.

L’incremento a valore delle esportazioni agroalimentari italiane ha riguardato quasi tutti i principali mercati e prodotti. Crescono sia a valore sia a volume le vendite all’estero di carni preparate e formaggi, primi fra tutti Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+8,3% a valore e +6,1% a volume). Per l’import, l’andamento è stato più diversificato: dopo il netto incremento generalizzato del 2022, complice l’aumento dei prezzi internazionali delle commodity, nel 2023 l’import di prodotti come olio di semi, caffè greggio e mais si è ridotto sia a valore sia nei volumi. Anche nel 2023 l’andamento dei prezzi internazionali ha prodotto un disallineamento tra l’andamento dei valori e quello delle quantità, ma più contenuto rispetto al 2022.

Rapporto Crea agroalimentare-bilancia commerciale-2023-2024 2

Nel corso del 2023 l’import ha mostrato una progressiva attenuazione della crescita tendenziale, fino ad una sostanziale contrazione negli ultimi mesi dell’anno, mentre l’export è rimasto sempre su valori positivi determinando, soprattutto nel secondo semestre, un netto miglioramento della bilancia commerciale agroalimentare il cui disavanzo 2023 si è attestato a 1,64 miliardi di euro, riducendosi di 1,34 miliardi rispetto al 2022.

L’EXPORT DELL’AGROALIMENTARE MADE IN ITALY

L’export del made in Italy agroalimentare – vale a dire dei prodotti ad alto valore aggiunto riconosciuti all’estero come tipici italiani – ha superato i 46 miliardi di euro nel 2023, in crescita del +8% rispetto al 2022, facendo meglio dell’agroalimentare nel complesso. A tale risultato hanno contribuito sia i prodotti trasformati (come prodotti da forno e formaggi), sia i quelli agricoli, a partire dagli orticoli (+20% a valore).

LE PRINCIPALI DESTINAZIONI

L’area dell’UE-27 concentra il 59,4% esportazioni agroalimentari dell’Italia e il 70,5% delle importazioni, quote in aumento rispetto al 2022. Si riduce l’incidenza del mercato asiatico, dopo gli incrementi degli ultimi anni, con un calo dell’import dall’Indonesia e dalla Cina (rispettivamente del -16% e del -21,5%). Tali dinamiche possono essere in parte ricondotte alla crisi che interessa il Mar Rosso a partire dagli ultimi mesi del 2023.

Rapporto Crea agroalimentare-bilancia commerciale-2023-2024 1

Cresce di circa il +10% l’export verso Germania e Francia, primi due mercati di destinazione per l’agroalimentare italiano. Rilevante l’aumento a valore delle vendite verso il Regno Unito (+7,8%), mentre risulta più contenuto l’export verso gli Stati Uniti (+2%).

LA CRESCITA CONTINUA NEL 2024

I dati dei primi tre mesi 2024 confermano l’andamento riscontrato nell’ultima parte del 2023, evidenziando un ulteriore aumento delle esportazioni (+6,7% rispetto al primo trimestre 2023) a fronte di un calo delle importazioni (-2,5%). Le esportazioni di conserve di pomodoro e pelati crescono, in valore e quantità, di oltre il +10%; ma in generale tutti i principali prodotti da esportazione segnano aumenti del valore e dei volumi venduti all’estero.

Questi numeri rappresentano un successo per il sistema Italia, una testimonianza della forza e della qualità dei nostri prodotti nel mondo”, sottolinea il Ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. “Continueremo a rafforzare la presenza del nostro agroalimentare all’estero, consapevoli che il made in Italy rappresenta un traino fondamentale per la crescita delle esportazioni”.

© Riproduzione riservata