Negli ultimi cinque anni i due formaggi Dop valtellinesi Bitto e Valtellina Casera hanno visto aumentare il valore della produzione del +18,2%, arrivando ad un fatturato complessivo di 13,7 milioni di euro, e quello al consumo del 13%, per un totale di 26,2 milioni di euro.
LA CRESCITA DEI FORMAGGI DOP DELLA VALTELLINA
A trainare la crescita è il Valtellina Casera, che nel quinquennio ha registrato un boom sia a volume (+10,2%) sia a valore (+32%). La produzione oggi si attesta a 15.236 quintali, per un valore di 11,8 milioni di euro (+2,3% sul 2022). Nell’ultimo anno è cresciuto anche l’export, che ha sfiorato il +3,4% di aumento sul 2022.
IL LEGAME CON IL TERRITORIO
“Bitto e Valtellina Casera sono formaggi radicati fortemente nel territorio, e legati all’economia della montagna: da secoli ne narrano il fascino, ne sono l’espressione ma anche il sostentamento”, spiega al Corriere della Sera Marco Deghi, Presidente del Consorzio Valtellina Casera e Bitto in occasione dell’avvio dell’annata produttiva. “Oggi queste due Dop rappresentano 650 posti di lavoro per un fatturato alla produzione di 13,9 milioni e oltre 26,2 milioni di euro di valore al consumo, trainate per l’86% dal Valtellina Casera. Numeri positivi che spingono a continuare a investire in promozione e comunicazione dell’identità di questi formaggi”.
LE PROSPETTIVE FUTURE
I due prodotti, che hanno ottenuto il marchio Dop nel 1996, pur avendo una forte connotazione territoriale negli anni sono riusciti a farsi apprezzare in tutta Italia e oggi sono conosciuti dal 27% degli italiani. “Il Valtellina Casera, pur essendo il meno conosciuto, è il più performante sui mercati del Nord Italia e all’estero. Ci aspettiamo un’annata sostanzialmente in linea con il 2023: fino a maggio 2024 sono state prodotte quasi 100.000 forme di Valtellina Casera Dop, in aumento del +7,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”, aggiunge il Presidente del Consorzio.