Carbon tax sull’agricoltura: la Danimarca è pioniera

L’iniziativa della Carbon Tax annunciata dal governo danese unica nel suo genere, potrebbe fare scuola in Europa, e non solo
Carbon tax sull’agricoltura: la Danimarca è pioniera

Circa 100 dollari per ogni capo di bestiame. In estrema sintesi, si tratta del punto cardine della nuova legge sulla Cabon tax annunciata pochi giorni fa dal governo danese. A partire dal 2030 infatti, i produttori di latte in Danimarca saranno soggetti al pagamento di una tassa annuale di 672 corone (96 dollari) per ogni vacca posseduta, per compensare le emissioni generate dalle stessa.

GLI OBIETTIVI DEL PROVVEDIMENTO

I fondi incassati saranno parte dell’impegno del governo a investire 40 miliardi di corone (3,7 miliardi di dollari) in misure come la riforestazione e la creazione di zone umide, per aiutare il paese a raggiungere i suoi obiettivi climatici. “Lo scopo della tassa è quello di indurre il settore a cercare soluzioni per ridurre le emissioni”, ha spiegato alla CNN il capo economista Concito, Torsten Hasforth. Ad esempio, gli agricoltori potrebbero cambiare il mangime che utilizzano.

Con l’accordo di oggi, stiamo investendo miliardi nella più grande trasformazione del panorama danese degli ultimi tempi – ha dichiarato martedì il ministro degli Esteri Lars Lokke Rasmussen –. Allo stesso tempo, saremo il primo paese al mondo a introdurre una tassa (sulle emissioni di carbonio) sull’agricoltura”.

LE REAZIONI DELLA FILIERA

La misura assume ancora più valore se si considera che il paese nordeuropeo è un importante esportatore di prodotti lattiero-caseari e di carne suina e l’agricoltura è la principale fonte di emissioni del paese.

L’industria lattiero-casearia danese ha ampiamente accolto con favore l’accordo e i suoi obiettivi, al contrario delle associazioni di agricoltori, come la Bæredygtigt Landbrug, la quale ha affermato che le misure equivalgono a un “esperimento spaventoso. Crediamo che l’accordo sia pura burocrazia“, ha affermato il Presidente Peter Kiær in una nota –. Riconosciamo che esiste un problema climatico. Ma non crediamo che questo accordo risolverà i problemi, perché ostacolerà gli investimenti green dell’agricoltura”.

Peder Tuborgh, Amministratore delegato Arla Foods, il più grande gruppo lattiero-caseario europeo, ha affermato che l’accordo è “positivo, ma che gli agricoltori che fanno davvero tutto il possibile per ridurre le emissioni non dovrebbero essere soggetti a tasse”.

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