Nell’ultimo mese abbiamo affrontato il tema del legame sempre più stretto tra il buon cibo, il benessere e il concetto molto largo di sostenibilità. Sono tante le dimostrazioni di questo splendido connubio sul mercato, che trovano anche piena applicazione pratica negli esercizi che stanno facendo le aziende del food italiano e internazionale. Abbiamo introdotto quindi la circolarità, esercizio complesso, ma dai risvolti importantissimi che potrà cambiare fortemente le modalità con le quali si affronta l’innovazione del food italiano e si ripensa al proprio impatto sull’ecosistema. Ecco che parleremo proprio di questo: circolarità e innovazione.
CIRCOLARITÀ, UN ESERCIZIO Sì COMPLESSO MA NECESSARIO
Il primo deriva da un semplicissimo concetto: studiare la catena del valore dei prodotti e valutare come i risultati (sottoprodotti, prodotti di scarto o semifiniti) di altre filiere o di altri player della stessa filiera, possano diventare un input per esercizi di innovazione. È quindi un processo trasformativo per re-immaginare e riprogettare le interazioni sociali e commerciali fra le aziende. È un modello volto a creare valore a lungo termine consentendo una crescita economica e impatti ecologici positivi.
Proteggere il pianeta, preservare le risorse, promuovere il cambiamento verso un consumo più consapevole e modelli produttivi più sostenibili non sono solo una nostra responsabilità sociale d’impresa, ma sono i consumatori sempre più consapevoli a pretenderlo. Come attesta il Rapporto sull’economia circolare in Italia del 2023, nel panorama europeo, l’Italia guida gli altri paesi in tema di circolarità: presenta infatti il più alto livello di riciclo dei rifiuti, il più alto livello di produttività delle risorse recuperate e un livello medio-alto per l’utilizzo circolare della materia.
L’EY Future Consumer Index (Gennaio 2024) evidenzia poi che i consumatori italiani, dal canto loro, credono che le aziende debbano guidare i cambiamenti sociali e ambientali, garantendo un futuro più sostenibile (75%), prestano attenzione alle scelte sostenibili dei brand (46%) e sempre più valuteranno l’impatto ambientale dei propri acquisti (65%). Ma non sono solo i consumatori a “spingere” le imprese a un crescente impegno in termini sostenibilità, riciclo e riutilizzo dei materiali; vi sono altre “forze” che guidano il mercato verso l’adozione di modelli circolari, quali per esempio la normativa, quindi le direttive nazionali e comunitarie, e l’efficienza operativa, ossia la fondamentale razionalizzazione dei processi per indirizzare il governo delle attività.
Non da ultimo, citiamo l’intelligenza artificiale che può supportare le strategie di sostenibilità delle aziende, riducendo l’impiego di risorse e promuovendo innovazioni con un impatto ambientale minore.
UN NUOVO APPROCCIO, SMART ED EFFICIENTE
Come le aziende possono quindi approcciarsi in modo efficace ed efficiente all’economia circolare, anticipando l’evoluzione e le tendenze di consumo? Come siamo soliti fare in EY e come dimostrato pragmaticamente nell’iniziativa Value for Food, dall’idea e dall’ambizione, abbiamo concretamente trovato delle aree di applicazione e abbiamo iniziato un test. Siamo partiti da una delle filiere più affascinanti che ci sono sul territorio italiano, sulla quale operano delle realtà industriali storiche del nostro Paese: la filiera del pomodoro.
NUOVI PROTOTIPI PER LA FILIERA DEL ROSSO
Utilizzando la nostra metodologia EY, abbiamo percorso tutti gli step propedeutici a completare l’esercizio di circolarità su questa filiera che ha visto collaborare una startup, Vortex, e tre aziende che fanno della sostenibilità un mantra: Andriani, Mutti e Princes Industrie Alimentari. Partendo da prospettive diverse, ma da un’unica finalità – la creazione di valore – hanno deciso di intraprendere questa comune strada senza anteporre il ritorno economico all’idea e alla genuina spinta di un nuovo modello di business sostenibile. Questo percorso sarà in futuro oggetto di una nostra collaborazione con un ente di ricerca qualificato come l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Sono nati così dei prototipi, che hanno un sapore nuovo, quello dell’ambizione che abbiamo “testato” durante l’ultimo evento di Value For Food dello scorso 20 giugno dedicato proprio all’economia circolare e all’innovazione. Questi prototipi hanno anche la freschezza di un nuovo modello di business che prevedrà, tra l’altro, una strategia di comunicazione lato retail, mettendo in rilievo il prodotto all’interno dell’assortimento a scaffale. Sempre interessante e costruttivo, infatti, in Value For Food, anche il dialogo e confronto con i partner della distribuzione, come Carrefour, che già da qualche anno ha avviato azioni concrete nell’ambito della transizione alimentare, da co-innovatore: ha sensibilizzato, infatti, e legato a sé più di 55 fornitori con un Food Transition Pact che li impegna, in modo solidale, su quattro pilastri: ambiente, biodiversità, nutrizione e packaging. Tale impegno mobiliterà tutti i partner alla riduzione dell’emissione del carbonio di ambito 3 (-29% entro il 2030).
NUOVE ALLEANZE NEL PANORAMA DEL FOOD & RETAIL
Di recente, un passo in più, con il lancio della prima coalizione sul tema dell’economia circolare, promossa e coordinata da Carrefour e EY che ha visto l’entusiasta e proattiva partecipazione di otto grandi aziende del settore food, home e personal care, partner di Carrefour: Barilla, Gruppo Bonduelle, Coca Cola HBC Italia, Colgate Palmolive, Ferrarelle Soc. Benefit, L’Oréal Group e Sofidel.
Il primo incontro, la scorsa primavera, è stato teso a identificare strategie di circolarità, visioni e bisogni. Si susseguono mensilmente meeting di aggiornamento e condivisione tra i partner per attuare la strategia e definire le linee guida di impiego dei nuovi prodotti circolari. L’obiettivo finale è definire progetti concreti e attivabili, da presentare il prossimo settembre in occasione del Salone Carrefour. Questa iniziativa fa parte dell’animazione della comunità del Food Transition Pact di Carrefour, volta a creare un solido ecosistema che definisca quindi aree di lavoro intercategoriali.
COLLABORAZIONE, IL SEGRETO PER VINCERE
In conclusione, la crescente esigenza di preservare l’ambiente e le materie prime, ci inducono a riflettere su quanto le nostre aziende siano pronte a rivestire un ruolo da protagoniste nello scenario di cambiamento dei consumi consapevoli. Quanto siamo pronti a ripensare i modelli produttivi nell’ottica dell’eco-sostenibilità? Quanto siamo pronti a investire nella collaborazione di filiera e quindi in progetti di economia circolare? EY con Value For Food è di certo pronta e lo sono le numerose aziende italiane che ne hanno sposato valori e visione, dando vita a più di 20 progetti pilota di economia circolare.
Non ci resta che riaggiornarci al prossimo Point of Value, per raccontarvi come una ambizione comune a più aziende può prendere forma, direi una forma “circolare” di successo; faremo infatti un passaggio in più: capire come rendere vincenti questi esercizi di innovazione, come lanciarli sul mercato, come promuoverli adeguatamente e quale sarà la loro value proposition verso il consumatore.