Il nuovo oliveto da 700 mila piante realizzato da Monini tra Umbria e Toscana è pronto per la prima raccolta che prenderà il via a ottobre. Ad annunciare il nuovo traguardo del progetto Bosco Monini, lanciato nel 2020 e che prevede di toccare quota un milione di nuovi ulivi entro il 2030, è stato il Presidente e Ad Zefferino Monini. Davvero speciale l’occasione, ovvero l’assegnazione, nell’ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto, del 15° Premio Monini “Una Finestra sui Due Mondi” allo “scienziato degli alberi” Stefano Mancuso, proprio per il suo impegno ecosostenibile a favore della riforestazione dei nostri territori e delle nostre città. La consegna del riconoscimento ieri mattina a Casa Menotti, Centro di documentazione del Festival curato dalla Fondazione Monini.
DUE VISIONI DI FUTURO
“Onorato di aver ricevuto questo premio nella casa del fondatore di questo Festival di cui l’Italia dovrebbe essere molto più orgogliosa e di cui la Fondazione Monini si prende cura in modo straordinario”, ha commentato Stefano Mancuso.
“Mai come quest’anno il premio rappresenta l’incontro tra due mondi – ha sottolineato Zefferino Monini –. Due visioni di futuro, due impegni concreti verso l’ambiente: quello dello scienziato, grande e appassionato promotore dell’importanza degli alberi negli ecosistemi urbani ed extraurbani e, molto più modestamente, il nostro, quello di un’azienda che questa importanza la riconosce da sempre e che oggi, con il progetto Bosco Monini, la sta cercando di mettere in pratica”.
IL BOSCO MONINI
Il progetto rappresenta il cuore della transizione verde dell’azienda i e un esempio vincente di agricoltura rigenerativa. L’obiettivo è infatti quello di creare un polmone verde nel Centro Italia capace di combattere l’inquinamento dell’aria, ma anche di contribuire in maniera sostenibile alla produzione di olio extravergine di oliva biologico 100% italiano e di alta qualità.
In appena quattro anni sono stati già piantati oltre 700 mila olivi, di cui a ottobre si raccoglieranno i primi frutti. “Questo perché – ha spiegato Zefferino Monini – abbiamo scelto di investire in un progetto di olivicoltura moderna e sostenibile, con cultivar capaci di adattarsi perfettamente al territorio e al clima e di arrivare a maturazione in tempi più rapidi. In un paio di anni ci aspettiamo di produrre circa 500 mila litri di olio extravergine biologico 100% italiano”.
Il Bosco non è solo olio. “Uno degli aspetti cruciali del progetto è legato alla biodiversità e alla rigenerazione della fertilità dei terreni: gli oliveti sono circondati da aree verdi e aree boschive cha rappresentano oasi ecologiche per decine di specie animali. Con LifeGate e l’Università di Bologna abbiamo inoltre avviato un progetto per monitorare lo stato di salute delle api, sentinelle del benessere ambientale. Ad oggi abbiamo ben 10 alveari a Perolla, nella parte toscana del Bosco. E si tratta solo dell’inizio” ha concluso Zefferino Monini.