Pinsami, l’ascesa continua

Un investimento da 21 milioni di euro nella nuova linea produttiva, il lancio di una novità frozen farcita e la crescente brand awareness spingeranno ulteriormente l'azienda reggiana in Italia e all'estero
Pinsami, l’ascesa continua

Potenza di un impasto. Un mix di tre farine, di soia, di frumento e di riso, dal quale dopo una lunga lievitazione si ottiene la pinsa, uno dei fenomeni del mercato alimentare più significativi degli ultimi anni. Pinsami rappresenta una case history emblematica, dalla creazione di un nuovo segmento di mercato alla crescita esponenziale, passando da una dimensione locale a internazionale, tanto da essere da tre anni nel ranking del Financial Times FT1000 Europe’s Fastest Growing Companies. Food ha incontrato presso il quartier generale dell’azienda a Reggio Emilia i due Ceo, Fabio Grillo e Mauro Dalle Vacche, insieme alla Direttrice marketing Rossella Palladini.

Pinsami è stata ritenuta una delle società più performanti d’Europa, con un trend del fatturato del +45% nel 2023 sul 2022. Quali sono i punti di forza che hanno determinato questo risultato?

F.G. Prima di tutto la pinsa, un prodotto che non esisteva sul mercato e di cui c’era esigenza, cioè un panificato di alta qualità, buono e altamente digeribile, una caratteristica che fa la differenza, insieme alla ricetta, fedele all’originale, e alla lievitazione. Gli investimenti nel brand in termini di innovazione e di marketing hanno fatto il resto.

M.D.V. Aggiungo la coerenza e l’affidabilità, due principi per noi fondamentali e irrinunciabili.

Quale il contributo alla crescita apportato dal partner finanziario Deutsche Invest Capital e come è strutturata oggi la governance?

F.G. Nel 2021 iniziavamo a registrare tassi di crescita significativi e avevamo in progetto un nuovo stabilimento per implementare una linea produttiva incrementale, così abbiamo deciso di accogliere il partner finanziario, che ha assorbito le quote dei tre soci che con noi avevano avviato il progetto. Attualmente il fondo detiene il 70% e noi il 30% equamente ripartito e con delega per la gestione strategica e operativa. Per DICP, un family business, è il primo investimento nel food ed è stato premiante. Inizialmente erano diversi i fondi interessati, ma non ci hanno creduto, pensando che il fenomeno pinsa fosse una moda passeggera.

M.D.V. In questi anni abbiamo strutturato l’azienda, potenziando digitalizzazione e management, perché è impossibile sostenere una crescita di questo tipo se non si hanno strumenti e competenze.

Con quale fatturato chiuderete l’anno e con quale trend?

M.D.V. Abbiamo chiuso il 2023 con 24 milioni di euro di fatturato, per quest’anno è previsto un incremento del 30%, quindi 33 milioni.

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