Cristina Scocchia: “All’Europa serve un industrial deal”

Al Meeting di Rimini la Ad di illycaffè ha proposto la creazione di un piano industriale europeo che punti alla leadership nelle nuove tecnologie e in quelle tradizionali
Cristina Scocchia: “All’Europa serve un industrial deal”

L’Europa deve andare avanti nel processo di integrazione e nella messa in comune di risorse per grandi investimenti strategici, dall’autosufficienza energetica alla difesa comune, all’innovazione deep tech e digitale. Urge un piano industriale, un industrial deal, che l’Europa non ha mai avuto”. A sottolinearlo, a margine del suo intervento all’edizione 2024 del Meeting di Rimini, è stata Cristina Scocchia (nella foto), Amministratore delegato di illycaffè. La manager ha posto l’accento anche sull’urgenza di “una strategia per la leadership nelle nuove tecnologie (nel digitale solo quattro dei primi 50 player al mondo sono europei) e in quelle tradizionali. Se le imprese UE tradizionali non riescono a competere è anche perché altrove i costi energetici sono più bassi, gli oneri normativi sono inferiori e spesso le sovvenzioni statali sono ingenti. Infine, per competere con le economie americana e cinese, le dimensioni aziendali sono fondamentali. L’UE ha bisogno di campioni nei settori chiave (oggi l’80% dell’occupazione e il 50% del Pil europeo è generato dalle Pmi)”.

Del resto, alcune delle condizioni che hanno consentito ai paesi europei di crescere negli ultimi vent’anni – l’apertura dei mercati internazionali con la possibilità di esportare liberamente nelle economie emergenti dell’Asia, l’energia a basso costo dal mercato russo, la spesa per la difesa legata agli Stati Uniti – sono state messe in discussione dal nuovo contesto geopolitico. “In più l’Europa sembra essere rimasta indietro in tutte le tecnologie del futuro – ha affermato Cristina Scocchiaa partire dall’intelligenza artificiale. Anche perché queste tecnologie richiedono enormi investimenti e lo sfruttamento di economie di scala che le imprese europee mediamente piccole rispetto ai colossi cinesi e americani non sono in grado di sostenere. Il rischio è quello di vedere allungarsi ulteriormente la differenza rispetto agli Stati Uniti in termini di produttività e dunque di reddito”.

UNA RINNOVATA FIDUCIA ACCELERA LA CRESCITA GLOBALE

L’economia globale ha iniziato a ravvivarsi, e l’OCSE prevede una crescita del Pil globale pari al 3,1% nel 2024. “L’impatto delle condizioni monetarie più rigide continua, ma l’attività globale si sta dimostrando resiliente: l’inflazione sta diminuendo più rapidamente di quanto previsto, la fiducia del settore privato si è stabilizzata e la disoccupazione è scesa ai minimi record in molti paesi tra cui il nostro, dove i redditi reali hanno iniziato a crescere. Ovviamente, gli sviluppi continuano ad essere differenti da Paese a Paese con risultati purtroppo più deboli in Europa”, ha spiegato Scocchia.

La frammentazione economica globale e il ritorno al protezionismo hanno conseguenze particolarmente rilevanti per l’area euro, il cui peso sull’economia mondiale è sceso negli ultimi 20 anni dal 26% al 18%, mentre quello degli Stati Uniti è pressoché invariato, al 26%, e quello della Cina è quadruplicato al 17 per cento. Nel 2050 l’economia europea varrà solo 14% di quella globale.

In questo contesto, “la sfida che si trova a fronteggiare l’Italia si chiama debito, una zavorra che ci costringe ogni anno ad impegnare risorse pubbliche considerevoli per pagare interessi”, ha puntualizzato la Ad di illycaffè. “Serve un piano credibile per ridurre il debito pubblico attraverso la crescita, la riduzione delle inefficienze e dell’evasione fiscale; serve gestire in modo strategico l’immigrazione per far fronte alla diminuzione della forza lavoro e investire in tecnologia per migliorare la produttività. Nella prossima manovra saranno necessarie scelte attente soprattutto dal lato della spesa, al fine di riorientarne la composizione in favore dello sviluppo, eliminando le inefficienze”.

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