Cresce il mercato del Plant based in Italia

Il comparto degli alimenti a base vegetale continua a crescere nonostante l’inflazione, con in testa le alternative a carne e latte
Cresce il mercato del Plant based in Italia

Il mercato al dettaglio Plant based in Italia vale 641 milioni di euro e cresce del 16% in due anni, secondo i dati della società di ricerche di mercato Circana, analizzati dal Good Food Institute Europe.

L’analisi riguarda sette categorie di prodotti a base vegetale: carne, latte, formaggio, yogurt, gelato, dessert e panna. Nonostante le pressioni inflazionistiche che hanno caratterizzato gli ultimi due anni, la domanda di alimenti a base vegetale continua a crescere:

  • nel 2023 il valore delle vendite al dettaglio di alimenti a base vegetale in queste sette categorie di prodotti in Italia è aumentato del 16,1% rispetto al 2021 e dell’8% rispetto al 2022.
  • le vendite unitarie sono aumentate del 5,8% tra il 2021 e il 2023 e del 2,8% tra il 2022 e il 2023.
  • il volume delle vendite in Italia è cresciuto in quattro delle sette categorie di prodotti a base vegetale tra il 2021 e il 2023.
  • i dati parziali relativi al periodo gennaio-aprile 2024 mostrano che il valore delle vendite, le vendite unitarie e il volume delle vendite delle sette categorie di prodotti a base vegetale hanno continuato a crescere rispetto allo stesso periodo del 2023.

Carne e latte a base vegetale si confermano come le categorie più solide, e rappresentano rispettivamente il 49% e il 31% del valore totale delle vendite nelle sette categorie esaminate. Il latte e le bevande vegetali hanno conquistato il 7,4% del mercato totale del latte (vegetale e animale), mentre la crescita più rilevante si è registrata nella categoria emergente dei formaggi vegetali, con un incremento dei volumi di vendita del 77% nel periodo 2021-2023.

Francesca Gallelli, consulente per le relazioni istituzionali del Good Food Institute Europe ha commentato: “In un periodo segnato dall’inflazione, la resilienza del settore dei prodotti a base vegetale dimostra che questi alimenti sono diventati parte delle abitudini alimentari dei consumatori italiani, sempre più attenti alla salute e alla sostenibilità. Per sbloccare il pieno potenziale di questo settore in crescita, è essenziale che i prodotti a base vegetale raggiungano la parità di prezzo e possano, quindi, essere competitivi rispetto alle loro controparti di origine animale. I legislatori dovrebbero promuovere la diversificazione proteica e garantire pari opportunità nel mercato, eliminando le non necessarie e dannose restrizioni in materia di etichettatura. In questo modo, potremo sostenere la crescita di un sistema alimentare più sostenibile e offrire una scelta di prodotti più ampia ed economicamente accessibili ai consumatori”.

IL NODO DELLE DENOMINAZIONI PRODOTTO

Nel 2023, il governo italiano ha deciso di vietare i termini legati alla carne convenzionale come ‘bistecca’ o ‘salame’ per i prodotti a base di carne vegetale. Un sondaggio di YouGov del 2024 ha mostrato che il 69% degli italiani ritiene appropriati termini come ‘hamburger’ e ‘latte’ per i prodotti Plant based, e il 68% sostiene che le aziende dovrebbero poterli usare liberamente. Inoltre, il 70% degli intervistati crede che il consumo di carne in Italia sia eccessivo, e il 60% prevede di ridurre o eliminare la carne dalla propria dieta nei prossimi due anni, confermando la tendenza rilevata dallo studio europeo Smart Protein, che vede l’Italia ai primi posti in Europa per consumo e accettazione delle proteine vegetali.

© Riproduzione riservata