Olio d’oliva: tra qualità, prezzi elevati e deficit produttivi

Dall’analisi di Mediobanca emergono dati interessanti sul mercato italiano: per il 2024 si prevede un +9,5% delle vendite e un +6,8% dell’export. Sul fronte produttivo, domina la Puglia con il 59,3% del totale
Olio d’oliva: tra qualità, prezzi elevati e deficit produttivi

L’Area Studi di Mediobanca ha pubblicato lo scorso agosto la prima indagine sull’olio d’oliva in Italia, concentrandosi sulle 50 principali società di capitali tricolori con fatturato 2022 superiore a 20 milioni di euro. Lo studio comprende un focus sugli oli evo Dop e Igp, sulle tematiche di sostenibilità e di governance.

Una premessa sulla produzione mondiale, che nel biennio 2023/24 è stimata in 2,4 milioni di tonnellate, in calo sul biennio precedente (-6,3%), dopo il crollo (-24,9%) rispetto al massimo storico (3,4 milioni) toccato nel 2021/22. L’Ue rappresenta il 71,7% della produzione globale, con Spagna in testa (circa un terzo del totale), seguita su podio dall’Italia (12%) e dalla Grecia (quinta con l’8,1%).

LA GDO È IL PRINCIPALE CANALE

I maggiori produttori italiani si attendono per quest’anno una crescita delle vendite del 9,5%, più marcata sul mercato nazionale (+10,4%) e meno su quello estero (+6,8%), oltre a un incremento degli investimenti del 53,6% e un aumento delle spese di marketing dallo 0,3% del 2023 allo 0,5% del fatturato nel 2024. Lo scorso anno per i big player del comparto è andato in archivio con un +24,5% del giro d’affari rispetto all’anno precedente, solo in parte sostenuto dall’export (+18,1%).

I principali canali di vendita sono: Gdo (34,2% del totale), altri operatori industriali (32,2%), privilegiati dalle società che producono solo olio d’oliva (54,5% dei ricavi del segmento) e intermediari e grossisti (21,4%). L’horeca rappresenta solo il 4%, mentre le vendite online sui siti di proprietà il 5,9% (cui va aggiunto lo 0,2% delle piattaforme generaliste e il 2,1% di altri canali).

SONO 42 LE DOP E IGP DEL COMPARTO

La Puglia è la prima regione italiana per produzione di olio d’oliva con il 59.3% del totale nazionale, di cui il 45,7% dalle province di Bari e BAT (Barletta, Andria, Trani), che dal 2013 hanno compensato i deficit produttivi delle province di Lecce, Brindisi e Taranto interessate dalla Xylella. Completano il podio la Sicilia (q12,1%) e la Calabria (10,6%); a distanza troviamo Toscana (3,3%), Abruzzo (2,9%), Lazio e Campania, entrambe con il 2,5 per cento. Le 42 tipologie italiane di olio evo Dop e Igp rappresentano il 32,7% dei prodotti del comparto oli e grassi registrati in Ue e il 15,3% di quelli tricolore Dop, Igp, Stg del settore alimentare. Questo segmento, nell’analisi di Mediobanca, incide ancora poco, rappresentando il 5,6% dei quantitativi prodotti in Italia, pari all’1% del valore della produzione.

Per ulteriori approfondimenti sull’indagine di Mediobanca, rimandiamo alla newsletter del prossimo 12 settembre

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