Per il 25° anno il Rapporto Coop fa il punto sullo stato dell’arte dei consumi nel nostro paese e sul profilo del consumatore tricolore. Moltissimi, come sempre, gli spunti: dall’inquietudine per le tensioni geopolitiche e l’emergenza ambientale al recupero dei redditi reali, di poco superiori ai livelli del 2019 grazie soprattutto ai sacrifici dell’overworking. “Scampato il pericolo della stagflazione, il Pil globale va meglio di quanto previsto (+3,2% le ultime previsioni sulla crescita): l’India si affianca alla Cina come locomotiva del mondo e l’Italia non è più l’ultima d’Europa anche se in un contesto continentale certo non brillante; +0,9% la previsione Pil Ue a fine 2024 a fronte di una previsione pari a +0,7% del Pil del nostro Paese”, ha sottolineato Albino Russo, Direttore generale e Direttore Ufficio studi Ancc-Coop.
PAROLA CHIAVE: RISPARMIO
Questo piccolo miglioramento macroeconomico non è sufficiente a tranquillizzarci: si riduce la quota di chi guarda con fiducia al futuro, che scende di 4 punti in due anni. Non a caso, più che il 55% degli italiani è alle prese con una vita ben diversa da quella attesa, spesso peggiore (44% del campione).
La parola chiave con cui gli italiani si approcciano ai consumi è “risparmio”, di gran lunga il primo criterio di scelta negli acquisti (lo dice il 75% del campione). Sostanzialmente una vita a basso impatto dove l’essenziale diventa centrale, il superfluo viene drasticamente ridotto e dove si fa largo un ripensamento significativo della propria identità affidata più alla dimensione personale che a quella economica e al valore segnaletico ed edonistico dei consumi. Una indifferenza – a volte una fatica – per gli acquisti e uno strisciante de-consumismo che viaggia di pari passo con la ricerca del benessere personale fino a fare della cura del proprio corpo un vero e proprio culto.
MDD ANCORA PROTAGONISTA
Inevitabili le ripercussioni sui comportamenti alimentari. Non stupisce come gli italiani siano ben più attenti a una alimentazione sana rispetto al resto degli europei e siano anche gli unici, almeno a parole, a dirsi disposti a pagare di più per avere prodotti salutari (complessivamente e al netto di chi non sarà disposto, +15%; a fronte di una media Ue ferma a +1%). Sempre di più la scelta del cibo passa dalla testa piuttosto che dalla pancia, si moltiplicano le identità alimentari e si rafforza la coscienza ambientalista intende diminuirla.
Nei comportamenti di acquisto nella Gdo, i trend più robusti restano la marca del distributore e il discount. Sul versante dei comportamenti di acquisto, i prodotti a marchio del distributore (Mdd) e i discount continuano a rappresentare i migliori interpreti di questa nuova “saggezza” dei consumi. Nel primo semestre 2024 la Mdd raggiunge a volume il 38,2%% delle vendite totali del mercato con un incremento di 2,2% a valore e 2,4% a volume rispetto allo stesso periodo 2023, a fronte di una variazione dei prodotti di marca (TOP 20) del -0,5% a valore e -2,2% a volume.