Per gli allevatori che conferiscono il latte in cooperativa, il prezzo di remunerazione della materia prima si mantiene stabilmente superiore a quello di mercato. Con un differenziale positivo del +16% rispetto al prezzo del latte in Lombardia, mentre in alcune aree di montagna si arriva addirittura a un prezzo più alto del 30%. È uno dei principali numeri emersi da uno studio Nomisma sul valore economico del sistema cooperativo, presentato oggi a Milano al primo summit della cooperazione lattiero-casearia organizzato da Alleanza Cooperative Agroalimentari dal titolo “Latte italiano: la forza della cooperazione”.
LATTE, IL VALORE DELLA COOPERAZIONE
Il patto mutualistico tra i soci e la cooperativa, che si fonda su garanzia del conferimento e remunerazione del latte a prezzi più alti di quelli del mercato, fornisce una prospettiva di lungo periodo alle imprese: resilienza del sistema e longevità del rapporto tra soci e cooperativa sono gli altri due elementi di distintività del modello cooperativo. La vita media delle cooperative è di circa 60 anni, più del doppio di quella delle società di capitali.
SETTE COOPERATIVE NELLA TOP 20 DEL SETTORE DAIRY
L’analisi di Nomisma ha fotografato anche il ruolo cruciale che la cooperazione riveste per la tenuta e lo sviluppo dell’intero comparto lattiero-caseario italiano: con 17.000 stalle, 540 imprese di trasformazione e più di 13.000 lavoratori, la cooperazione rappresenta oltre il 65% del latte raccolto in Italia e il 70% della produzione dei principali formaggi Dop. Inoltre, nella classifica delle prime 20 imprese del settore lattiero-caseario, sette sono cooperative o appartengono a gruppi cooperativi. Il 63% del giro d’affari cooperativo lattiero-caseario è sviluppato dalle 25 imprese più dimensionate.
Le performance economiche hanno registrato una crescita costante nell’ultimi decennio: nel periodo 2013-2022 le cooperative lattiero casearie hanno consolidato un incremento del fatturato del +52% e la crescita è stata accompagnata da un robusto consolidamento delle dimensioni, in virtù di processi di crescita e fusioni fra cooperative.
CRESCITA E MERCATO VANNO DI PARI PASSO
La crescita dimensionale è stata accompagnata da un sempre maggiore orientamento al mercato, soprattutto al più dinamico mercato estero: l’export delle prime 28 cooperative italiane vale da solo 1,2 miliardi di euro, pari al 23% del totale nazionale. Le cooperative, inoltre, non promuovono soltanto la sostenibilità economica, ma rafforzano anche il tessuto socio-produttivo dei territori coinvolti. È costante inoltre nel sistema cooperativo l’attenzione alle esigenze ed alla tutela dei soci di piccole dimensioni o localizzate in aree svantaggiate.
OCM PER INVESTIRE NEL FUTURO
Se il futuro della cooperazione lattiero-casearia dipende dalla prosecuzione del processo di consolidamento e crescita, un’altra sfida cruciale è quella della transizione ecologica e digitale, che vede già molte cooperative in prima linea con investimenti in tecnologie e digitalizzazione per adeguarsi a sempre più alti standard ambientali e di benessere animale.
Per sostanziare tale processo di crescita, le tre centrali cooperative riunite in Alleanza delle Cooperative Italiane (Fedagripesca Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital), hanno avanzato una proposta di sviluppo organico del settore attraverso l’attivazione di una Ocm (Organizzazione comune di mercato) per il settore latte.
Con l’istituzione di interventi specifici per il settore lattiero-caseario si potrebbero finanziare anche in Italia diverse tipologie di interventi, come già accade nei paesi in cui è stata attivata l’Ocm latte – Slovacchia, Bulgaria e Lettonia – partendo dagli investimenti in tema di innovazione tecnologia come la zootecnia di precisione o di risparmio energetico.