La campagna di raccolta 2024 del pomodoro da industria nel Nord Italia si è conclusa nella prima settimana di novembre. Ben 113 giorni di lavorazione tra raccolta e trasformazione, dall’apertura del primo stabilimento il 18 luglio alla chiusura dell’ultimo lo scorso 8 novembre. Oltre alla lunga durata, la trasformazione è stata caratterizzata da varie chiusure e riaperture degli impianti a causa delle piogge che hanno determinato l’interruzione della raccolta e quindi delle consegne di pomodoro. Ciò ha determinato costi industriali elevati per il gran numero di giorni di lavorazione, per di più con linee produttive non a pieno regime per la scarsità di prodotto, in un anno in cui il prezzo contrattato per la materia prima con le organizzazioni di produttori è stato di 135-140 euro/tonnellata.
La produzione in campo ha registrato rese bassissime: 57,8 tonnellata per ettaro rispetto ad una media quinquennale generale di 74,3 t/ha. Le rese a produzione integrata sono state di 58,6 t/ha, inferiori alla media quinquennale di 75,9 t/ha, così come le rese a produzione biologica, pari a 50,3 t/ha rispetto alla media quinquennale di 60,2 t/ha. Si tratta di rese storiche minime, mai registrate prima dall’Organizzazione Interprofessionale (OI) pomodoro del Nord Italia. Pertanto, nonostante un’ampia superficie di 41.618 ettari coltivata a pomodoro, di cui 37.583 destinati alla produzione integrata e 4.035 a quella biologica, sono state prodotte solo 2.405.967 tonnellate di materia prima avviata alla trasformazione.
Un quantitativo così basso non è mai stato realizzato nel bacino Nord negli ultimi anni. Le motivazioni sono da ricercarsi nell’andamento climatico avverso e anomalo che ha caratterizzato il 2024: a partire dalle piogge persistenti, nettamente al di sopra della normalità climatica, per di più concentrate a maggio, il mese dei trapianti, e a settembre-ottobre, quando si attendeva la raccolta di ingenti quantitativi. La produzione in campo è stata colpita anche da problematiche fitosanitarie legate alle piogge, che hanno richiesto un forte impegno, anche economico, ai produttori agricoli per garantire un prodotto di qualità nel rispetto della produzione integrata o biologica.
“Il 2024 sarà ricordato come anno negativo per le produzioni di pomodoro da industria nel Nord Italia a causa delle basse rese dovute alle anomalie climatiche”, commenta il Presidente Tiberio Rabboni. “È per questo che l’OI Nord Italia ha richiesto l’intervento del Ministero dell’Agricoltura e delle Regioni per l’attivazione delle provvidenze compensative a favore delle imprese danneggiate, sia di parte agricola che industriale”.
Secondo una ricognizione effettuata dall’OI Nord Italia presso le organizzazioni di produttori dopo la metà di ottobre, nel territorio del Nord Italia sono rimasti in campo, causa impossibilità di raccolta, circa 850 ettari di pomodoro a cui si aggiungono i campi alluvionati da esondazioni di canali e corsi d’acqua verificatesi a più riprese in varie zone dell’areale. La filiera è tuttora in attesa di riscontro dalle istituzioni interpellate con l’obiettivo di ricevere un supporto in questa situazione di criticità: sia a favore degli imprenditori agricoli sia delle aziende di trasformazione, per poter affrontare gli investimenti della nuova campagna 2025.