Con l’avvicinarsi del nuovo mandato presidenziale di Donald Trump, l’Italia e l’Europa si trovano di fronte ad una serie di sfide e opportunità per ridefinire i rapporti commerciali con gli Stati Uniti. Trump entrerà ufficialmente in carica il 20 gennaio 2025 ma sta già promuovendo da tempo la sua agenda, con particolare attenzione ai dazi commerciali. Nella sua prima intervista televisiva dopo la vittoria elettorale, andata in onda domenica scorsa su Meet the Press di NBC News, il presidente-eletto ha espresso la sua posizione in questi termini: “Sono un grande sostenitore dei dazi. Penso che siano la parola più bella. Ci renderanno ricchi”, ha dichiarato. Quando gli è stato chiesto se potesse garantire che le famiglie americane non subiranno aumenti di prezzi a causa dei dazi proposti contro i tre principali partner commerciali degli Stati Uniti (Messico, Canada e Cina), ha risposto: “Non posso garantire nulla”.
EUROPA: COME PREPARARSI?
Un articolo di Politico Europe ha raccolto l’opinione di Kelly Ann Shaw, ex consulente economica internazionale di Trump, che ha suggerito come l’Europa dovrebbe prepararsi a un’azione sui dazi. “Trump vuole ridurre le disparità e garantire una maggiore equità dei tassi tariffari, in un’ottica di reciprocità ”, ha spiegato Shaw, sottolineando che l’obiettivo potrebbe essere quello di spingere i partner commerciali, inclusa l’Europa, ad abbassare i loro dazi.
I DAZI PROMESSI DA TRUMP E LA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO
Ma come si sta muovendo l’Italia per proteggere i prodotti alimentari italiani dai possibili dazi? Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani lo scorso novembre aveva risposto così, ricordando i successi passati nella risoluzione di controversie commerciali con gli Stati Uniti: “Mi occuperò personalmente di affrontare questa questione con la prossima amministrazione americana, per proteggere al meglio le nostre esportazioni e i nostri prodotti”.
LA REAZIONE DELLA AMERICAN-ITALIAN FOOD COALITION
La American-Italian Food Coalition (AIFC), che rappresenta oltre 530 aziende e associazioni italioamericane, ha espresso preoccupazione per i dazi proposti da Trump. In una dichiarazione congiunta, le co-presidenti Susan Molinari e Lucy Calautti hanno affermato che “L’imposizione di dazi su prodotti italiani come pasta, caffè e biscotti minaccerebbe la crescita e gli investimenti delle aziende italiane in America. I dazi aumenterebbero i prezzi per i consumatori e danneggerebbero i posti di lavoro negli Stati Uniti”.
L’AIFC ha recentemente pubblicato un rapporto che evidenzia l’importanza del partenariato economico tra Stati Uniti e Italia: nel solo 2022 gli Stati Uniti hanno importato prodotti alimentari italiani per cifre significative, tra cui 139 milioni di dollari in caffè e 669 milioni in pasta. Quale futuro, quindi, per le aziende italiane esportatrici? Cyrille Filott, stratega globale di Rabobank, suggerisce tre scenari possibili:
- Aumentare i prezzi per compensare i costi dei dazi, con inevitabili ripercussioni sui consumatori.
- Ritirarsi dal mercato statunitense e concentrarsi su altri mercati, come l’Europa.
- Accelerare gli investimenti negli Stati Uniti, magari costruendo impianti di produzione sul territorio americano per mitigare i costi.
Per i piccoli produttori protetti dalle Indicazioni Geografiche, Filott consiglia un approccio diretto ai ministeri competenti per valutare l’impatto delle nuove misure.