La politica e il business sono due attività diverse tra loro in due ambiti collegati, ma indipendenti. È vero che ci sono molti punti d’incontro, ma le dinamiche che ne determinano il successo sono diverse. Nonostante queste differenze, è sempre importante per un business leader guardarsi attorno e cercare di imparare da altre situazioni. Due settimane fa, nel contesto di una classe di Strategy Thinking dove insegno nell’ambito di un Executive MBA qui in America, abbiamo discusso e analizzato le ultime elezioni americane come se fossero un Business Case Study. L’idea era di riassumere, in forma di insegnamenti per l’industria, quello che era successo durante il periodo elettorale. Senza entrare nel dettaglio delle politiche o dei meriti di un partito o dell’altro, emergono degli insegnamenti che possono essere applicati nel business.
- Chiarezza degli obiettivi
Le aziende che fanno meglio nel lungo termine sono quelle che dichiarano obiettivi specifici e misurabili. In un Paese come l’America, dove ci sono solo due partiti che si contendono i risultati, gli obiettivi per misurare il successo nella politica sono molto semplici: vincere (o perdere) le elezioni. È una situazione binaria, con un chiaro vincitore e un chiaro perdente. - Avere grossi budget non garantisce la maggioranza dei voti, o il successo delle vendite Sapere dove fare gli investimenti fa la differenza. Investire dove il ritorno è maggiore deve essere un punto di riferimento di tutte le aziende. Chiaramente questo presuppone che le aziende sappiano i diversi livelli di Roi per ognuna delle attività in cui spendono. I Democratici avevano raccolto un budget di oltre un miliardo di dollari in tre mesi per eleggere il loro candidato, mentre i Repubblicani avevano un budget di 370 milioni raccolto da gennaio 2023 a settembre 2024. Due Roi molto diversi tra loro.
- Il messaggio: più è semplice, più è efficace Nell’industria high tech si parla sempre di value proposition, cioè di quali siano i benefici del prodotto o del servizio che portano valore reale a chi li compra. Entrambi i partiti avevano scelto slogan semplici, “Freedom” i Democratici e “MAGA” (Make America Great Again) i Repubblicani. L’uso e la ripetizione costante di questi messaggi diventa poi cruciale. Tante aziende cambiano la comunicazione troppo spesso, tanto che si dice che il management si stufa dello slogan molto prima dei clienti. La coerenza è importante anche perché secondo alcune ricerche, una persona deve ascoltare lo stesso messaggio almeno sette volte prima di capirlo e interiorizzarlo.
- Non si vince da soli, ma costruendo intorno a sé l’ecosistema giusto Ogni leader deve costruire il management team, quindi scegliere prima di tutto i diretti collaboratori. La scelta del candidato che avrebbe ricoperto la carica di Vicepresidente ha influito abbastanza sulla vittoria e sconfitta delle elezioni. Come per un’azienda, avere un leader che è intelligente, ma anche capace di comunicare in modo chiaro e costruttivo, soprattutto sotto pressione (leggi dibattito vice presidenziale) è fondamentale. Oltre a formare il team manageriale, diventa poi importante capire con chi stabilire partnership, da altre aziende a personaggi come gli influencer. Nelle elezioni americane abbiamo visto schierarsi molteplici social influencer, ma anche persone famose del mondo della politica e del business.
- Fedeltà al leader o competenze? Per concludere in classe ci siamo chiesti se all’interno del team sia meglio privilegiare la fiducia assoluta nei confronti del capo o le competenze. Entrambe le caratteristiche comportano dei vantaggi. Poter contare sulla fiducia permette di muoversi più velocemente perché non ci sono dubbi sulle posizioni o comportamenti del team. Avere le competenze giuste è altrettanto utile perché permette di affrontare e risolvere le sfide con successo. La situazione diventa più complessa se si è costretti a scegliere tra la fiducia delle persone rispetto alla loro competenza. Ogni leader deve scegliere avendo molto chiare sia le esigenze dell’azienda, sia il proprio stile di leadership. Gli americani hanno scelto molto chiaramente, assegnando non solo la Presidenza, ma anche il controllo del Senato e del Congresso al Partito Repubblicano. Ma come nel business, anche nella politica bisogna cercare di ottenere risultati positivi e velocemente. Il bello del sistema politico americano è che tra due anni, a novembre 2026, ci saranno le “mid term elections”, da cui ancora risulterà un vincitore o un perdente.