Il terreno su cui si muovono industria e distribuzione non si presenta pianeggiante. Certo, alcune asperità che avevano pesato sul cammino dell’ultimo triennio si sono obiettivamente limate: stando alle rilevazioni di NielsenIQ, la fiammata inflattiva sul largo consumo confezionato, che nella prima parte del 2023 era arrivata a sfiorare un picco del +16%, ha finalmente rallentato la corsa, limitando a ottobre 2024 la sua complessiva progressione a un contenuto +1,3 per cento. L’inversione di tendenza è forte e precisa, anche se alimentari e bevande segnano livelli più alti, registrando rispettivamente un aumento pari a +0,9% e +1,4 per cento.
E proprio questo contenimento dei prezzi ha, con buona probabilità, aiutato la ripresa dei volumi: i grandi assenti degli ultimi due anni. Una prima boccata di ossigeno per i consumi, che però (e qui sta la cattiva notizia) non è stata (ancora) in grado di ripristinare lo status quo ante: il potere di acquisto delle famiglie resta complessivamente più basso rispetto al benchmark pre pandemico, tanto che il clima di fiducia dei consumatori sulla situazione economica generale rilevato a ottobre dall’Istat arretra, passando da 98,3 a 97,4. E non va meglio se si guarda avanti, dal momento che anche l’indicatore relativo allo scenario futuro si riduce, contraendosi da 97,4 a 95,0.
CAMBIO DI PASSO
Da qui, dunque, i comprensibili segnali di preoccupazione lanciati da industria e distribuzione. In questo scenario, infatti, recuperare vendite e marginalità dei tempi passati non sembra un obiettivo realisticamente raggiungibile nella prospettiva del breve termine. Occorre, dunque, rimodulare strategie, schemi e relazioni. Ma soprattutto, con buona probabilità, occorre un cambio di passo, che da una contrapposizione spesso muscolare tra le parti, conduca a una collaborazione costruita su interessi oggi diventati convergenti. Come dire, che da un problema potrebbe nascere un’opportunità. Ovvero, potrebbe rappresentare il cardine su cui costruire la dialettica tra le parti nel corso della fase di contrattazione che si apre, come da tradizione, durante il passaggio al nuovo anno.
OBIETTIVI COMUNI
A spingere verso questa direzione sono le dichiarazioni di entrambi i fronti. “Il raffreddamento sul fronte dei prezzi registrato nel 2024 e le performance dei volumi che continuano a non dare segnali di grande risveglio – afferma il Presidente di Federdistribuzione, Carlo Alberto Buttarelli –, sostengono l’aspettativa di una maggiore convergenza, sulla base di un atteggiamento responsabile da entrambe le parti: è infatti necessario comprendere il momento di difficoltà vissuto da molte famiglie e confermare gli sforzi fatti soprattutto nelle fasi più calde della spinta inflattiva”.
L’appello è a lavorare insieme, abbandonando le barricate: “Mai come oggi – rileva Buttarelli – la distribuzione vede nell’industria un partner con cui costruire una collaborazione aperta e concreta, così come già fatto con i nostri fornitori nell’ambito della Mdd. Per noi si tratta di una frontiera assolutamente necessaria: dobbiamo essere ben consapevoli che, se vinciamo, vinciamo insieme”.
E sulla stessa linea si pongono anche le riflessioni del comparto industriale. “Gli ultimi dati di mercato – rileva Paolo Cocchiglia, Responsabile area politiche commerciali Centromarca – mostrano un lieve recupero dei volumi, che tuttavia non si traducono in crescita, quanto piuttosto in una stabilizzazione rispetto al passato”. Un punto critico, insomma, che non pare peraltro destinato a cambiare neppure guardando al futuro: “È difficile immaginare forti incrementi – osserva Cocchiglia – in un contesto caratterizzato dalla progressiva riduzione della popolazione e, di conseguenza, del bacino di consumatori”.
Da qui, dunque, l’esigenza di affrontare con uno spirito diverso la fase delle contrattazioni. “Negli ultimi due anni – ricorda Cocchiglia – le negoziazioni sono state particolarmente complesse, caratterizzate da obiettivi spesso profondamente divergenti: da un lato, vi era l’esigenza di trasferire a valle l’aumento dei costi; dall’altro, la necessità di contenere l’inflazione sugli scaffali per non incidere ulteriormente sul potere d’acquisto dei consumatori. In questo 2024, la situazione pare, invece, essere meno critica: fatta eccezione per alcune categorie specifiche, la pressione sui costi appare stabilizzata. E dunque, riteniamo vi siano le premesse per una stagione negoziale più rapida e per un dialogo più collaborativo e costruttivo”.
La cover è opera di Cristina Damiani