In controtendenza rispetto ai numeri più recenti di un settore che vive varie difficoltà, il numero delle cosce fresche destinate alla filiera tutelata del Prosciutto Veneto Dop ha fatto segnare nel 2024 un aumento del +8,33%. Gli anni del Covid avevano lasciato uno strascico pesante ma questo risultato, ottenuto di fatto con l’attività di appena sei aziende sulle dieci iscritte al Consorzio a gennaio 2024, “è il segnale di una volontà di resilienza da parte dei prosciuttifici veneti”, secondo il Consorzio di tutela del Prosciutto Veneto Dop.
L’anno appena trascorso ha visto la chiusura definitiva di uno dei dieci prosciuttifici della filiera, oltre allo stato di stand-by nella produzione tutelata di altri due, per motivi strategici e commerciali, e ad alcuni cambi negli assetti societari di alcune aziende associate, “finalizzati a ricapitalizzazione per un più efficace rilancio produttivo”.
Il tutto in un ambito produttivo che vede una scarsità consolidata di suini destinati alla Dop con conseguenti prezzi stabilizzati a livelli mai così alti. Ad aggravare la situazione, la presenza della Psa in alcune aree della Lombardia che incide ulteriormente sulla disponibilità di materia prima. Al tempo stesso, “la dinamica inflattiva ha eroso in modo significativo la capacità di spesa dei consumatori, che spesso sono strati costretti a scelte merceologiche più commerciali”, sottolinea il Consorzio.