Crescita, i Ceo delle big company sono ottimisti

Secondo l’ultimo AlixPartners Disruption Index, i business leader si aspettano ricavi in aumento nei prossimi 12 mesi. Le sfide identificate per il 2025 riguardano relazioni Usa-Cina, dazi e intelligenza artificiale
Crescita, i Ceo delle big company sono ottimisti

Oltre l’80% dei Ceo delle grandi aziende a livello globale si aspetta che i ricavi della propria azienda aumenteranno nei prossimi 12 mesi, con il 76% che prevede una crescita della propria economia nazionale e il 68% uno sviluppo positivo dell’economia globale. Positive anche le aspettative sull’intelligenza artificiale: l’80% dei business leader si dichiara ottimista sull’impatto che l’IA avrà sulla propria attività. In risposta alle tensioni nelle relazioni tra Stati Uniti e Cina, oltre la metà delle aziende (56%) sta adeguando i propri piani di crescita, mentre tre su quattro (74%) affermano che i nuovi dazi li stanno spingendo a modificare la loro strategia. Poco meno della metà delle aziende (47%) teme che le recenti elezioni presidenziali statunitensi avranno un impatto negativo sulla loro attività.

È quanto rivela la sesta edizione dell’AlixPartners Disruption Index, l’analisi dei dati emersi dall’indagine realizzata annualmente dalla società globale di consulenza che nel 2024 ha intervistato 3.200 Ceo e C-level di Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia, Svizzera, Cina, Giappone, Arabia Saudita ed Emirati Arabi, in dieci industrie chiave – automotive, aerospazio&difesa, prodotti di consumo, energia, servizi finanziari, sanità, media&intrattenimento, retail, tecnologia e telecom.

L’obiettivo della ricerca è analizzare l’entità, la complessità e l’impatto della disruption sulle organizzazioni, le forze che muovono aziende, mercati, reti di valore e modelli operativi come risultato dei cambiamenti economici, sociali, ambientali, politici, normativi o tecnologici in atto a livello mondiale, il ritmo di accelerazione di queste forze e le strategie messe in campo per affrontarle.

Nonostante aumentino l’incertezza e la volatilità, anche per i possibili impatti sul business a causa delle attuali tensioni politiche internazionali, due terzi degli ad dichiara un livello di preoccupazione stabile: ci stiamo abituando alle disruption, ma solo il 7% delle aziende riesce a far parte del gruppo dei leader della propria industry che hanno anche visto i profitti crescere più del 20%”, aggiunge Dario Duse, Country leader AlixPartners.

Alix Partners-Disruption-Consumer Goods-Retail-Ceo

LE ASPETTATIVE DEI CEO: ECONOMIA IN CRESCITA

Come rivela lo studio, tra la maggioranza degli intervistati prevaleun sentimento di ottimismo rispetto alla crescita dell’economia nei prossimi 12 mesi. Mentre l’anno scorso il 58% degli intervistati a livello globale si aspettava un impatto a breve termine sulla propria attività a causa di una recessione economica, la percentuale quest’anno è scesa al 38%, con il 43% dei manager che ritiene che assumerà più lavoratori a tempo pieno, segnando un salto rispetto al 34% di un anno fa.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E FORZA LAVORO

In generale si raccoglie ottimismo rispetto al progresso tecnologico e l’automazione dei processi è vista come un’enorme opportunità, con il 72% dei Ceo che prevede l’implementazione di robot umanoidi su larga scala entro i prossimi cinque anni. I dirigenti guardano sempre più all’intelligenza artificiale e alla tecnologia digitale per far crescere le loro attività, con l’80% degli intervistati che dichiara di essere ottimista sull’impatto dell’IA: il 61% la impiega per promuovere la crescita dei ricavi, mentre il 39% pensa invece di sfruttarla per ridurre i costi. Nonostante il loro ottimismo i leader aziendali rimangono cauti riguardo all’effetto dell’IA sulla forza lavoro: il 35% segnala preoccupazioni per un’eccessiva dipendenza dall’intelligenza artificiale, e il rischio di ridurre pensiero critico e capacità di risoluzione dei problemi da parte dei dipendenti.

Mentre circa la metà dei dirigenti afferma che sarà più facile assumere lavoratori qualificati nei prossimi 12 mesi, la percentuale di chi sostiene il contrario è salita a quota 21%, con un balzo di sette punti rispetto allo scorso anno.

IMPATTO SUL MODELLO DI BUSINESS

Il 40% dei dirigenti prevede che il modello di business della propria azienda subirà un cambiamento significativo nel prossimo anno. Si tratta di un leggero aumento rispetto alle aspettative per il 2024 (quando era il 37%). Il dato è in forte aumento negli Stati Uniti (dal 29% al 43%) e in Germania (dal 34% al 43%), mentre è in lieve calo in Cina e Giappone. Questo è collegato al fatto che la trasformazione dei modelli di business sia ancora più attesa nei settori più direttamente colpiti dal cambiamento climatico e dalla transizione energetica, come in quello dell’energia (il 45% vs 28% nel 2024) e dell’automotive (il 40% vs 32% di un anno fa).

ITALIA

Con un Disruption Index in flessione di due punti (69 vs 71 nel 2024), per i Ceo e C-Level italiani intervistati le maggiori sfide per il 2025 sono rappresentate dai tassi di interesse (per il 57%), dalla normativa e tassazione (per il 50%), e dall’inflazione (47%). Rispetto alla media globale, le aziende italiane stanno investendo di più in tecnologia e digitale (67% vs media globale del 60%). I top manager italiani sono più ottimisti riguardo all’impatto dell’IA sul loro business (85% vs media globale dell’80%), ma si attendono maggiore complessità nei prossimi 12 mesi con riferimento alle catene di fornitura (51% contro 45%).

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