Felicetti chiude il 2024 a 60 milioni e punta sulla quinta generazione

Il Pastificio delle Dolomiti registra un fatturato in crescita costante. Tecnologia, sostenibilità e un occhio attento all’alta ristorazione alla base dei progetti futuri
Felicetti chiude il 2024 a 60 milioni e punta sulla quinta generazione

Il 2024 si chiude con un bilancio positivo per il Pastificio Felicetti, che registra un fatturato superiore ai 60 milioni di euro, segnando un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente. Un risultato importante, reso possibile anche grazie all’entrata a pieno regime dello stabilimento di Molina di Fiemme, un impianto tecnologicamente avanzato che si è affiancato a quello storico di Predazzo, raddoppiando la capacità produttiva dell’azienda.

“I due stabilimenti producono 38 milioni di kg di pasta all’anno, che significa 400 milioni di porzioni – ha spiegato l’Amministratore delegato Riccardo Felicetti, 4° generazione alla guida dell’azienda insieme ai cugini Paolo e Stefano –. Per questo impianto di Molina di Fiemme abbiamo scommesso sulla tecnologia. Ci ha consentito di ridurre i costi rendendoci più competitivi, ma non solo: ha migliorato la qualità del lavoro in azienda. Noi siamo parte di questo territorio, il cuore della Val di Fiemme in Trentino, dall’inizio del secolo scorso. Il nostro legame con la gente che vive tra queste montagne è alla base di tutta la nostra storia”.

AUTOSUFFICIENZA ENERGETICA

Inaugurato nel 2022, lo stabilimento di Molina di Fiemme copre 16.500 metri quadrati, è dotato di un impianto di trigenerazione (un sistema che produce contemporaneamente energia elettrica, termica e frigorifera) che garantisce autosufficienza energetica ed è fortemente improntato alla sostenibilità. L’efficienza del sito produttivo ha consentito a Felicetti di rispondere alla crescente domanda del mercato, sia in Italia che all’estero. “Il 70 per cento della produzione viene esportato in oltre 40 paesi e i principali mercati sono il Nord Europa (in particolare la Germania), il Regno Unito, il Nord America e, in Estremo Oriente, il Giappone”, specifica Felicetti.

IL VENTENNALE DI MONOGRANO

“Monograno, che ha da poco celebrato il ventesimo anniversario, è un progetto a cui teniamo particolarmente, nato per valorizzare le varietà pregiate – dice ancora Felicetti –. Dopo molta ricerca abbiamo selezionato alcuni tipi di grano coltivati in territori d’elezione. Per fare qualche esempio dalla Puglia (Daunia e Murgia) arriva il Senatore Cappelli, il farro proviene prevalentemente dall’Umbria, mentre importiamo dal Canada il grano Korasan a marchio Kamut, l’unica specie che non viene prodotta in Italia. Monograno ha fatto da apripista per l’attribuzione di una identità geografica al grano, ma ha anche giocato un ruolo primario nel riportare la pasta secca nei menu di alta cucina. Ci confrontiamo con gli chef: di solito il loro Monograno preferito è il Matt, che arriva dalla zona di Manfredonia, in Puglia”. Il segmento della ristorazione pesa per circa il 30% sul fatturato complessivo dell’azienda.

OBIETTIVO DI CRESCITA NEL 2025

Per il 2025, Felicetti punta a raggiungere un fatturato di 67 milioni di euro, continuando investire in innovazione e sostenibilità e consolidando la propria presenza nell’alta ristorazione e nei mercati internazionali. “Ma il nostro progetto più importante riguarda la quinta generazione dei Felicetti, che già lavora qui. Noi cerchiamo di trasmettere i valori che hanno fatto crescere questa azienda. E poi saranno loro a parlarci di futuro”, conclude l’Ad.

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