Vino, Trump minaccia dazi del 200%

Crollano i titoli legati ai vini italiani e francesi: l’Europa rischia di perdere 4,9 miliardi di export. 1,9 miliardi di euro le perdite per il made in Italy
Vino, Trump minaccia dazi del 200%

Ieri Donald Trump ha minacciato di imporre dazi del 200% su vino, champagne e altre bevande alcoliche provenienti dall’Unione Europea, in risposta alla recente decisione della Commissione Europea di applicare un dazio del 50% sul whisky americano – a sua volta, una ritorsione ai dazi Usa su acciaio e alluminio.

La reazione dei mercati azionari è stata immediata, con i grandi produttori europei di vino e alcolici che hanno registrato cali molto significativi. In Italia Campari ha evidenziato una perdita del -4,30% e Italian Wine Brands del -3,30 per cento. In Francia, LVMH (proprietaria di marchi come Moët & Chandon) ha mostrato un ribasso del -1%, mentre Rémy Cointreau, nota per il suo cognac premium, ha subito un calo del -4 per cento. Anche Pernod Ricard, gigante del settore degli alcolici, ha registrato una diminuzione, del -3 per cento.

VINO: IL VALORE DELL’EXPORT ITALIANO NEGLI USA

Con i dazi americani del 200% sui vini l’Europa rischia di perdere 4,9 miliardi di euro di export, di cui 1,9 a carico dell’Italia. Il mercato statunitense è del resto una componente molto significativa delle esportazioni vinicole europee. In termini di valore, l’Italia è seconda solo alla Francia (2,3 miliardi di euro) ma è numero uno al mondo in termini di volumi con 354 milioni di litri esportati. Nel 2024, le aziende vinicole italiane hanno spedito negli Usa il 24% di tutte le bottiglie esportate nel mondo: il 10% in più rispetto al 2023.

LA REAZIONE DEI PRODUTTORI ITALIANI ALLE MINACCE DI DAZI

Il Presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, parla di “dazi al 200% a cui non vogliamo credere”, con i quali “a perdere sarebbe anche tutta l’industria del wine&food americana, perché per ogni euro di vino d’importazione acquistato se ne generano 4,5 in favore dell’economia statunitense. L’escalation delle guerre commerciali genera situazioni grottesche, in cui a perdere sono tutti. Siamo al sonno della ragione che genera mostri: speriamo in un pronto risveglio da questo incubo, perché il vino è il simbolo dell’amicizia tra i due popoli”.

La mossa dei controdazi americani a quelli europei sul whisky, però, in un certo senso, era attesa, tanto che da giorni le associazioni di settore erano al lavoro per disinnescare la miccia. Martedì la Presidente di Federvini, Micaela Pallini, si era rivolta un’ultima volta alla Commissione Ue chiedendo di escludere vini e liquori dalle contromisure annunciate dall’Unione europea, proprio per evitare ritorsioni.

Il Presidente del settore Vino di Confcooperative Fedagripesca, Luca Rigotti, commenta: “L’applicazione di dazi americani sul vino e le contromisure della Ue scatenerebbero una vera e propria guerra commerciale con conseguenze negative su entrambe le economie. L’Europa e gli Stati Uniti sono due realtà economiche che hanno sempre avuto solide relazioni commerciali, nel pieno rispetto dei due popoli e delle rispettive culture. Auspichiamo pertanto che in queste settimane le diplomazie lavorino attivamente per scongiurare uno scontro sul tema dei dazi che avrebbe una serie di duri contraccolpi sia in Europa che negli Stati Uniti. Se si arrivasse ad una decisione così estrema, le aziende del vino europee dovranno inevitabilmente farsi carico di assorbire quanto più possibile lo choc del rincaro, ma è fuori di dubbio che un eventuale inasprimento del dazio all’importazione metterà in difficoltà tutta la filiera, compresi gli importatori e i consumatori americani”.

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