
Anche nella congiuntura attuale l’Olio Toscano Igp si conferma un prodotto particolarmente apprezzato dal mercato statunitense. Nonostante le dinamiche commerciali internazionali e le potenziali ripercussioni dei dazi decisi dal Presidente Usa Donald Trump, l’extravergine a Igp toscano si posiziona infatti come il prodotto più richiesto nel suo comparto dai consumatori americani.
LEGAME COL TERRITORIO E QUALITÀ PERCEPITA
Secondo il Consorzio di tutela, la disponibilità dimostrata fin qui dai consumatori statunitensi a pagare un prezzo superiore per l’Olio Toscano Igp rispetto ad altri oli, sia esteri sia nazionali, è “strettamente connessa a una serie di valori come qualità, trasparenza della filiera, territorialità e identità”.
L’OLIO TOSCANO IGP NEL MERCATO USA
Il mercato statunitense riveste un’importanza cruciale per l’Olio Toscano Igp, di cui assorbe da solo il 40% delle esportazioni per un valore di poco inferiore ai 20 milioni di euro. Le esportazioni verso gli Stati Uniti superano i due milioni di bottiglie all’anno, evidenziando la rilevanza del mercato anche in termini di volumi.

Fabrizio Filippi, Presidente del Consorzio di tutela dell’Olio Toscano Igp, esprime “preoccupazione per l’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti delle indicazioni geografiche europee, che potrebbe complicare l’accesso delle produzioni a marchio Dop e Igp al mercato americano”.
Filippi evidenzia anche come i produttori agricoli italiani siano “i primi a sollecitare reciprocità negli scambi commerciali”. Questa reciprocità è vista come “uno strumento per prevenire l’ingresso sul mercato di prodotti di qualità inferiore, realizzati con standard ambientali, sociali e di sicurezza meno rigorosi”. La reciprocità secondo il Consorzio non dovrebbe limitarsi ad una questione di bilancia commerciale, bensì fungere da leva per innalzare gli standard di competitività e qualità.
In questo contesto di incertezza, il Consorzio dell’Olio Toscano Igp invita alla cautela, suggerendo di “evitare reazioni immediate per lasciare invece spazio alla diplomazia. Pur riconoscendo il disorientamento tra i produttori, si auspica una risoluzione che non penalizzi né l’Europa né l’America”.