Anche nel 2011 il mercato dei prodotti alimentari biologici ha confermato un buon dinamismo all’estero, secondo i dati dell’indagine Ismea-Firab (Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica) condotta presso un campione ragionato di 100 aziende del comparto biologico con forte orientamento all’esportazione. Questo grazie soprattutto al contributo di Paesi di rilievo, nel panorama europeo, come Germania, Francia e Regno Unito, ma anche alla forte richiesta di altre nazioni, in particolare del Nord Europa, come Svezia e Danimarca.
Tra i Paesi extra Ue i principali sbocchi commerciali sono rappresentati, per il bio made in Italy, da Svizzera, Stati Uniti e Giappone, mentre rivestono un ruolo ancora marginale mercati potenzialmente interessanti come Canada, Russia e Cina.
Anche in prospettiva le aziende sembrano orientate positivamente. Per una buona metà del campione (il 55%) l’attività di esportazione dovrebbe confermare la tendenza alla crescita, anche a un tasso sostenuto, mentre solo il 3% delle aziende si è espresso in senso negativo, prevedendo al contrario un rallentamento delle vendite all’estero.
Dall’indagine emerge anche un’elevata propensione da parte della aziende alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali. Il grosso degli sforzi sembra al momento concentrarsi sui paesi emergenti, in particolare Russia, Cina, India e Brasile, quelli che in questa fase, a giudizio degli operatori, riservano le migliori potenzialità di crescita.
Bio, in Scandinavia cresce il made in Italy
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