Commodity Agricole 2022, l’evento annuale sulle commodity agrifood giunto all’undicesima edizione, ha registrato un boom di iscrizioni, con quasi 400 operatori della filiera agroalimentare registrati per seguire l’outlook sui mercati. L’evento si inserisce in un momento di straordinaria volatilità e prezzi alti, in alcuni casi ai massimi storici.
“La situazione sui mercati sta incidendo in modo rilevante sui costi di produzione della nostra industria alimentare, che sta facendo i conti con quotazioni largamente al di sopra delle medie e in alcuni casi vicini ai massimi storici” – ha commentato Mario Piccialuti, Dg di Unione Italiana Food. Sono i problemi meteo, uniti alla ripresa della domanda post-Covid e agli effetti negativi della pandemia su logistica e trasporti, a spiegare in larga parte ciò che sta accadendo sui mercati. I livelli di prezzo delle commodity sono motivati dai fondamentali, con stock fortemente erosi dagli squilibri domanda-offerta, su cui si inseriscono effetti spill-over e speculazione ad enfatizzare la volatilità.
“Molti mercati hanno già scontato gli aumenti più sostenuti, ma in alcuni casi ci attendiamo ancora rialzi e per tutti il ritorno a livelli di prezzo pre-pandemia richiederà tempo per la ricostituzione degli stock. Fondamentale monitorare i mercati e sfruttare, ove possibile, gli strumenti delle coperture” – ha sottolineato Mauro Bruni, presidente di Areté, introducendo le sessioni di analisi.
Agli strumenti finanziari l’evento ha dedicato un focus, con la partecipazione di EuroNext – primario mercato finanziario europeo per le commodity agroindustriali – e di Cesare Ronchi, direttore acquisti materie prime di Barilla.
L’ANALISI DEI PREZZI DELLE FOOD COMMODITY
- Cereali: mercati in forte tensione per la ripresa della domanda asiatica congiuntamente a fenomeni meteo avversi principalmente in Nord America. Prezzi di mais/tenero/duro ai massimi dagli ultimi 10/15 anni.
- Frumento Duro: la siccità in Nord America (Usa e Canada) ha determinato un calo di produzione di oltre il 40% rispetto alla campagna precedente di USA e Canada, normalmente la principale area di produzione/esportazione di grano duro al mondo. Questo ha determinato aumenti di prezzo sul mercato italiano di quasi il 90% da maggio ad ottobre. Sono i massimi storici, che non si vedevano dal 2008.
- Uova, latte e derivati: gli aumenti di cereali e semi hanno determinato rincari sui mangimi che, a loro volta, mettono in tensione il comparto uova e latte. I prezzi delle uova (CUN) sono aumentati del 26% da metà luglio anche sulla scorta di nuovi focolai di aviaria in UE. Il prezzo del latte spot in Italia è aumentato del 60% da maggio ad ottobre 2021, anche per effetto dei ritardi nelle consegne di latte, trasmettendo tensione su burro, polvere di latte e formaggi.
- Frutta secca: domanda in ripresa e carenza idrica in California hanno spinto i prezzi delle mandorle su rincari di oltre il 60% in un anno. Aumenti anche per il pistacchio (+46% da inizio anno) principalmente per effetto della siccità in Iran. Problemi di offerta anche per le nocciole, con un calo del 60% in Italia per le gelate di inizio anno e prezzi che fanno già segnare aumenti superiori al 50% rispetto all’anno precedente. Il mondo anacardi soffre particolarmente le difficoltà sul trasporto marittimo: il prodotto dal Vietnam ha subito rincari di oltre il 25% in un anno.
- Caffè: aumenti di prezzo di quasi l’80% da inizio anno, dovuti a forte riduzione degli stock per la grave siccità che sta danneggiando canneti e piantagioni di caffè Arabica in Brasile (primo produttore ed esportatore), mentre per il Robusta pesano i rallentamenti alle esportazioni causa Covid in Vietnam.
- Zucchero grezzo (mercato mondiale): aumenti di prezzo del 30% da inizio anno: stesse cause meteo e covid del caffè (Brasile, Vietnam e India sono paesi chiave anche per lo zucchero).
- Zucchero bianco Europa/Italia: difficoltà produttive hanno determinato un’erosione delle scorte di zucchero in Europa, che dovrà aumentare le importazioni dai mercati internazionali a prezzi più sostenuti. In Italia i prezzi sono passati dai 460 €/t di fine 2020 a quotazioni attuali anche superiori ai 600 €/t.
- Cacao: rialzi superiori al 20% per la fava di cacao fra luglio ed inizio ottobre, dopo un anno di tranquillità dovuto alle abbondanti produzioni in Africa. Pesante correzione nel corso di ottobre, con un calo di quasi il 10% in appena due settimane.
- Oli vegetali: carenza di mano d’opera in Malesia causa Covid, ripartenza della domanda dei grandi paesi importatori, perturbazioni di El Niño ed i rincari sul petrolio hanno determinato un aumento dei prezzi di tutto il comparto oli vegetali (palma, girasole, colza, cocco) con incrementi dell’ordine del 50% nel periodo giugno-ottobre 2021. L’olio extra vergine di oliva ha subito aumenti del 25% per il prodotto comunitario nel 2021, mentre lievi cali si sono registrati per il prodotto italiano.
- Legumi: la siccità in Canada ha pesato sulle produzioni di piselli e lenticchie, con quotazioni in Saskatchewan che da inizio giugno sono aumentate rispettivamente dell’80% (piselli verdi) e del 50% (lenticchie rosse).