Mineracqua: l’aumento dei prezzi penalizza le acque minerali

La Federazione italiana delle industrie delle acque minerali naturali, di sorgente e delle bevande analcooliche lancia l’allarme per i rincari in corso, anche del 40%, e chiede che l’adeguamento dei prezzi sia condiviso
Mineracqua: l’aumento dei prezzi penalizza le acque minerali

Da inizio anno il contesto economico è fortemente variato in termini penalizzanti per le imprese del settore delle acque minerali, che subiscono un rapido e progressivo aumento dei costi di produzione stimato in un valore medio del 35-40 per cento. A rilevarlo è Mineracqua, Federazione italiana delle industrie delle acque minerali naturali, di sorgente e delle bevande analcooliche. Secondo l’associazione gli aumenti sono dovuti a una congiuntura caratterizzata dall’incremento dei prezzi delle materie prime (e dalla loro ‘rarefazione’), delle commodities energetiche, ma anche dalle difficoltà di approvvigionamento dei materiali da imballaggio nonché dei trasporti.

LE RICHIESTE DI MINERACQUA

Il forte squilibrio della domanda/offerta a livello mondiale – afferma Ettore Fortuna, Vice Presidente di Mineracquasta provocando nel nostro Paese forti rincari di tutte le materie prime, dell’energia, dei trasporti e più in generale di tutti i costi di produzione. Questi rialzi dei prezzi del 35-40%, in uno scenario che al momento non ne vede una discesa per i prossimi mesi, non possono essere ulteriormente internalizzati. Per questo chiediamo che a partire dal prossimo anno il mercato consideri seriamente le nostre richieste di adeguamento dei prezzi, che sono comunque al di sotto dei reali incrementi di costo. Solo così potremmo continuare a ‘servire il mercato’, pur facendo importanti rinunce in termini economici ma garantendo che il nostro prodotto, sempre più di prima necessità, arrivi nelle case degli italiani”.

GLI AUMENTI CHE IMPATTANO SULLE ACQUE MINERALI

Nel dettaglio, per il mercato delle acque minerali Mineracqua registra i seguenti aumenti:

  • costi energetici: sono all’origine di gran parte degli aumenti, con un rialzo del gas pari al +430% rispetto allo scorso maggio;
  • costo delle materie prime per gli imballaggi: il costo del Pet (e degli altri materiali di confezionamento) è aumentato del 40-50% rispetto alle cifre medie del 2020. Sono note, inoltre, le difficoltà nell’approvvigionamento di vetro, alluminio e plastiche, anche a causa della riduzione all’esportazione da parte di alcuni partner commerciali;
  • costi dei trasporti: importante voce di costo questa industria, è in continuo aumento sia per l’incremento del gasolio e del metano sia per la carenza di autisti nel comparto, con serie ripercussioni sulla spedizione del prodotto finale;
  • l’export: le esportazioni, malgrado la domanda sostenuta, sono gravate dall’aumento esponenziale (anche di dieci volte) del costo dei noli.

L’impossibilità di intravedere una soluzione a breve termine di queste tensioni inflattive – continua Fortunaobbliga il settore delle acque minerali a un inevitabile adeguamento dei prezzi al consumo che resteranno, comunque, di gran lunga i più competitivi in ambito europeo. La nostra categoria ha infatti una catena del valore molto compressa rispetto al resto dell’Europa. Per cui dobbiamo conciliare l’equilibrio costi/ricavi; anche per tutelare la nostra occupazione, prevalentemente localizzata in aree non industrializzate. Siamo aperti ad un confronto con gli attori del mercato, anche presso un tavolo ministeriale”.

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