Il Consorzio Tutela Taleggio Dop ha diffuso i dati relativi a produzione, vendite ed export dell’ultimo anno: tutti mostrano segnali di ripartenza. Complessivamente è positivo il bilancio del 2021, in crescita rispetto al 2020 nonostante gli strascichi della pandemia, i lockdown e le restrizioni che, come da previsioni, hanno impattato ancora sulla produzione. Buono il dato dell’export, che si avvicina ai livelli pre-pandemici del 2019.
La produzione annuale si è assestata intorno agli 86.800 quintali (erano circa 83.700 nel 2020) pari a circa 4.340.000 forme (4.200.000 nel 2020), per un giro d’affari di oltre 48.865.000 euro (rispetto ai 46.865.000 nel 2020) ed un fatturato di circa 97.730.200 euro (94.820.000 nel 2020).
Cresce di oltre due punti percentuali l’export, che nel 2021 è stato pari a circa il 26% del totale della produzione. Nei mercati Ue viene attualmente esportato il 64% delle forme, contro il 36% dei paesi extra Ue. I quintali di Taleggio spediti oltre confine sono stati 22.573 nel 2021, avvicinandosi molto ai volumi registrati nel 2019, prima della pandemia, che erano 23.127. Restano buoni e in crescita i numeri del canale Gdo, che valgono il 50% della produzione.
“Siamo soddisfatti dei segnali di ripresa registrati dalla filiera” – dichiara Lorenzo Sangiovanni, Presidente Consorzio Tutela Taleggio. “Stiamo raccogliendo i frutti dell’importante lavoro svolto dal Consorzio e da tutti i soci che, durante questi due anni difficili per tutti, hanno continuato a lavorare per assicurare al consumatore un Taleggio garantito, controllato e di alta qualità. Le attività di vigilanza, promozione e comunicazione promosse dal Consorzio sono proseguite, a livello nazionale e soprattutto a livello internazionale, anche con la nostra presenza fisica ad una fiera di settore importante come Anuga. Il dato positivo dell’export è una conferma della bontà di questa strategia”.