“I dati Istat confermano l’allarme che già avevamo lanciato a settembre del 2021: l’inflazione sta crescendo e rischia di congelare la ripresa del Paese”. A dirlo è Marco Pedroni (nella foto), Presidente Coop Italia e Ancc-Coop commentando la conferma dell’aumento del +4,8% dell’indice dei prezzi, confermato oggi dall’Istituto Nazionale di Statistica.
“Parliamo di un tasso inflattivo che non si registrava dal 1996, un periodo in cui la ricchezza delle famiglie e del Paese era superiore a quella di oggi – prosegue Pedroni –. Gli effetti di questa inflazione da costi cominciano a vedersi sia a livello macroeconomico, con le più recenti stime del Pil che parlano di un rallentamento della crescita nel 2022, sia nel tessuto produttivo del Paese. Sono ormai tante le imprese che denunciano possibili gravi crisi. E in questa tempesta perfetta, peraltro prevedibile, chi paga più di tutti sono le famiglie, soprattutto quelle a reddito più basso. L’inflazione sta producendo una frenata importante alla ripresa dei consumi”. Le ultime indagini in possesso di Coop rivelano che nove italiani su dieci si dicono preoccupati per i rincari, e molti di loro sono costretti a ridurre i consumi: perfino quelli alimentari.
“Dobbiamo agire e in fretta – conclude Pedroni – per non trasferire questa dinamica inflazionistica sulle spalle già provate delle famiglie italiane. Come Coop siamo impegnati ad arginare la marea degli aumenti che la grande maggioranza dei fornitori richiedono. Abbiamo messo in sicurezza 200 prodotti con l’iniziativa ‘Prezzi Protetti’ che blocca i prezzi di beni di prima necessità e che porteremo avanti nei mesi a seguire. Ma non è possibile lasciare questa cosa alle singole insegne. Non ci troviamo di fronte a una fiammata inflazionistica di breve periodo, ma ad un andamento che crediamo si protrarrà per tutto il 2022. Come Distribuzione moderna sono mesi che chiediamo un incontro al governo. È giusto calmierare le bollette, ma è necessario occuparsi anche del carovita alimentare e servono iniziative legislative precise. Per esempio una rimodulazione temporanea a ribasso dell’Iva su beni primari nel carrello della spesa degli italiani”.