Alla crisi globale e alla frenata dei consumi di vino, una risposta è anche quella della crescita esterna. Ben lo sa Gruppo Italiano Vini del 2011, il cui fatturato consolidato è aumentato sia in Italia sia all’estero, per oltre un terzo grazie alla crescita interna (sviluppo dei marchi del gruppo) e per quasi due terzi da crescita esterna (acquisizione Cavicchioli).
Risultati particolarmente positivi sono arrivati da Cavicchioli, rilevata all’inizio del 2011, che – come specifica la nota stampa del gruppo – ha rafforzato ulteriormente il posizionamento di prestigio sul mercato del lambrusco di qualità in Italia, riconfermando la propria leadership nel canale gdo. E incoraggianti sono anche i risultati all’estero, dove sono stati avviati importanti rapporti commerciali in mercati nuovi per la marca come Usa, Giappone e Brasile.
La corsa all’internazionalizzazione, del resto, non si ferma qui per il gruppo di Calmasino (Vr): da gennaio 2012 è operativa la nuova società Shanghai Giv in Cina.
Buoni esiti nel segmento degli spumanti – e in particolare del prosecco – sono stati raggiunti grazie all’accordo con Carpenè Malvolti, siglato nel 2010 per la distribuzione dei prodotti dell’azienda di Conegliano sul territorio nazionale. Nel 2011 il brand Carpenè Malvolti ha sfiorato un incremento di fatturato del 20 per cento.
Performance significative arrivano comunque da tutte le marche strategiche del gruppo, comprese le tre cantine del Sud: Castello Monaci in Puglia, Terre degli Svevi in Basilicata e Tenuta Rapitalà in Sicilia.
La prima marca del gruppo resta Bolla sia in Italia sia all’estero, seguita dalle altre marche venete, come Lamberti, Santi e Folonari (quest’ultima distribuita soprattutto in Nord America). In forte progressione risultano anche i vini valtellinesi di Nino Negri.
Bilancio positivo, infine, anche per l’andamento dei mercati esteri, con una forte ripresa, dopo anni di difficoltà, delle vendite nel Regno Unito e un promettente sviluppo dei mercati come Cina, Russia e Brasile.
Il fatturato consolidato del gruppo ha raggiunto i 368 milioni di euro, con una crescita di 40 milioni di euro, mentre la redditività ha toccato un ebitda consolidato di 23 milioni di euro.
Per la situazione patrimoniale, si segnala un ulteriore rafforzamento dei mezzi propri della capogruppo che, grazie alla fusione con Giv Verona, raggiunge un patrimonio netto di 134,5 milioni di euro.
L’Isa-Istituto per lo sviluppo agroalimentare, società controllata dal ministero delle Politiche agricole, già socia in Giv Verona, per l’acquisto della cantina Bolla di Pedemonte della Valpolicella, a seguito dell’avvenuta fusione per incorporazione entra nel capitale sociale di Gruppo Italiano Vini con una partecipazione pari a 8,7 milioni di euro di azioni privilegiate.
Tra le dieci società estere controllate o partecipate, Frederick Wildman, importatore e distributore di New York, ha fatturato 111 milioni di dollari (+8,8%); Carniato Europe di Parigi, la principale organizzazione di distribuzione di prodotti alimentari italiani in Francia, ha chiuso il 2011 con 54,1 milioni di euro (+9,3%); Giv Deutschland di Monaco di Baviera da semplice agenzia è diventata importatore del gruppo sul mercato tedesco, sia nel canale horeca che gdo. L’impegno di Gruppo Italiano Vini per la distribuzione diretta nei Paesi più importanti per l’export di vino italiano prosegue con l’apertura di Shanghai Giv in Cina, avvenuta a gennaio 2012.
Giv, il fatturato 2011 balza del +12%
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