Allargamento del perimetro di operatività, costi sempre più sotto controllo, utile distribuito alle Coop socie in deciso aumento, con una redditiva del capitale investito che si colloca intorno al 5%. Factorcoop – la società di factoring del mondo cooperativo del consumo, il cui capitale è suddiviso tra Coop Italia (9,5%), Coop Alleanza 3.0 (38,18%), Coop Lombardia, Coop Liguria, Novacoop, Unicoop Tirreno (tutte al 12,07%), e Coop Centro Italia (4,04%) – archivia un 2021 decisamente positivo.
Nel corso dell’ultimo anno, i crediti intermediati factoring hanno raggiunto quota 1,58 miliardi di euro (+9,3% sul 2020), il margine di intermediazione, pari a 6,357 milioni, è risultato in aumento del +36% rispetto al 2020 mentre l’utile netto si è attestato a quota 1,416 milioni, in crescita del +151% rispetto al precedente esercizio, dopo aver spesato oneri fiscali per 805 mila euro: il che significa una remunerazione del capitale impiegato dalle Coop socie vicina al 5 per cento.
A questi dati va aggiunto il valore creato dal servizio di pagamento delle utenze e non per i soci Coop. Infatti, nel corso del processo di sviluppo dell’attività, Factorcoop, in quanto istituto di pagamento vigilato da Bankitalia, sin dal 2019, ha aderito al nodo PagoPA; questo permette ai soci/clienti delle cooperative di poter pagare qualsiasi bollettino emesso da enti pubblici e società di interesse pubblico che hanno aderito al nodo PagoPA. Nel 2021 sono stati processati quasi 3,5 milioni di bollette per oltre 316 milioni di euro di transato, con un risultato positivo di oltre 159 mila euro. Oggi Factorcoop, 24 addetti al 31 dicembre 2021, si colloca tra le più importanti società di factoring non facenti parte di gruppi bancari.
LA CRESCITA NEL 2021
“I dati del bilancio 2021 – sottolinea l’Amministratore delegato, Marco Fossi (nella foto) – indicano un importante consolidamento del posizionamento competitivo nell’ambito dei mercati creditizi di riferimento, anche a seguito sia di una forte azione sui costi, sia di una importante diversificazione del nostro mercato di riferimento. Un’azione che sta proseguendo anche nell’anno in corso relativamente al quale prevediamo, al netto del conflitto in corso, risultati ancora migliori di quelli del 2021 (primo trimestre 2022 +16,5% del turnover rispetto al 2021)”.
Il Presidente Liborio Rosafio evidenzia come “il soddisfacente recupero di redditività aziendale e di progressivo miglioramento di tutti gli indici gestionali siano il frutto del cambio di passo voluto dai soci nel recente passato, modificando il modello di governance ed il relativo assetto organizzativo aziendale, in coerenza con l’atteso sviluppo ritenuto necessario. Riteniamo inoltre che il costante impegno profuso dagli amministratori nella realizzazione del nuovo piano strategico triennale (2022-2024), nonché la crescita professionale del management con l’inserimento di nuove competenze, abbiano contribuito fattivamente alla riqualificazione e allo sviluppo del business, consentendo al contempo l’efficientamento dei costi crescenti tipici di una società vigilata”.
COSTI E RISCHI DI CREDITO
Sul fronte dei costi va considerata l’importate flessione che si è registrata nel rapporto costi/ricavi e che ha portato il dato dal 75% del 2020 al 63% del 2021, con l’obiettivo di arrivare al 56% nel 2024. Particolarmente interessante, anche in proiezione del business atteso negli anni a venire, l’ampliamento del perimetro di attività oltre i crediti maturati dalle coop di consumo socie. Tale previsione è volta ad incrementare la redditività, tramite l’assunzione di crediti in settori di operatività ancillari alla Gdo, che presentano in media una redditività più elevata rispetto all’alimentare (settore che caratterizza larga parte degli acquisti delle cooperative).
Per fronteggiare la nuova operatività conseguente ai nuovi segmenti di business, la società si è dotata di una serie di presidi. In particolare, cambiando il business di Factorcoop, i rischi di credito, di settore e legali, acquistano una rilevanza ancora maggiore rispetto a quella avuta fino ad oggi in quanto società captive. La società ha integrato i presidi a tutela del rischio e, in particolar modo, quelli dell’attività di risk management, adottando anche processi informatizzati di definizione del rating per la clientela e per i debitori ceduti e definendo una risk policy in cui si declinano puntualmente le metriche per la determinazione dei rischi e le azioni conseguenti al superamento delle soglie di alert.