Operazione verità sul latte, una questione di etica

Di fronte al rincaro del prezzo del latte che da mesi genera forti tensioni lungo la filiera è necessaria la massima trasparenza. Questa l'opinione del Presidente del gruppo Granarolo Gianpiero Calzolari
Gianpiero Calzolari
Gianpiero Calzolari
Gruppo Granarolo
Presidente

“È evidente che non possiamo scaricare a valle tutto l’effetto inflattivo. Gli attori della filiera devono assumersi la responsabilità di caricarsi sulle spalle il peso di un 2-3% dell’inflazione. In questo modo tutti possiamo sopravvivere, sapendo che è un brutto momento. Quella quota di rincaro che chiediamo al consumatore va però spiegata. Dicendo la verità. E questa non è una operazione di marketing ma di etica”. Gianpiero Calzolari, Presidente del gruppo Granarolo, non ha dubbi. Di fronte al rincaro del prezzo del latte che da mesi genera forti tensioni lungo la filiera è necessaria la massima trasparenza.

No al ricorso spinto alle promozioni

Dobbiamo ridare valore alle priorità – dice Calzolari –, spiegando che dietro a un litro di latte c’è un grande lavoro di persone che non sono speculatori ma lavoratori con famiglie. Dobbiamo dire che il cibo è la benzina della nostra macchina, troppo importante per lasciarlo a sistematiche promozioni con prezzi al ribasso. Tutti insieme dobbiamo fare uno sforzo per tenere in vita tutti i protagonisti della filiera”. Lo storico gruppo emiliano costituisce la più importante realtà italiana del latte direttamente partecipata da produttori associati in forma cooperativa, il Consorzio Granlatte, a cui fanno capo più 600 allevatori e che controlla oltre il 77% del gruppo. Un colosso con oltre 2.500 dipendenti, che nel 2020 ha realizzato un fatturato superiore a 1,2 miliardi. E che indica, attraverso Calzolari, la strada per cercare di sciogliere le tensioni, sapendo che la guerra in Europa le ha inasprite, prima di tutto con l’impennata del prezzo dell’energia.

I costi dell’energia

Un tema vero. – osserva Calzolari –Un gruppo come il nostro, molto energivoro, ha più che raddoppiato i costi energetici. E il razionamento ci preoccupa molto. Il latte va munto tutti i giorni. Non possiamo certo dire: fermiamoci per un po’ di tempo. In questo scenario non sappiamo esattamente cosa potrà succedere, ma dobbiamo fare tutti quanti uno sforzo per salvare tutta la filiera. Perché se chiude, una stalla è destinata a non riaprire più: i costi sono troppo elevati”.

Lo sforzo del gruppo Granarolo

La cooperativa ha riconosciuto agli allevatori 48 centesimi al litro. Un aumento che serve a coprire il rincaro dei costi di produzione, a fronte della corsa dei prezzi delle materie prime. In realtà, ricorda Calzolari, il processo inflattivo era già iniziato alla fine dell’anno scorso. “Pensavamo – dice –, che fosse in atto un semplice riassetto. Ma non è stato così. E la guerra ha sconvolto tutto”. Certo, il Governo potrebbe intervenire, con una riduzione dell’Iva o interventi a favore delle famiglie meno abbienti. “Tutte misure che possono essere utili – spiega Calzolari –Ma bisogna riflettere anche sulla globalizzazione. A chi dice che è un male rispondo che se non ci fosse saremmo alla canna del gas. Ma è evidente che va governata. Occorrono accordi commerciali solidi, riflettendo anche sul fatto che lasciare tutto al mercato può essere sbagliato”.

Gli investimenti degli allevatori

Oggi gli allevatori sono sottoposti a un elevato grado di stress finanziario. Negli ultimi quattro anni, dopo la fine del regime delle quote, hanno infatti realizzato grandi investimenti per aumentare la produttività. E la guerra tra Russia e Ucraina, Paesi che garantiscono volumi importanti di materia prima, ha acuito le difficoltà. “Tutto si riflette – aggiunge Calzolari –, su una filiera che è molto parcellizzata. Dalla complessità di questa situazione, però, può emergere l’opportunità di una nuova chiarezza: il cibo merita una dignità adeguata alla fatica di chi lo produce. Un litro di latte non può costare meno di un litro di acqua. Per questo dobbiamo superare le politiche promozionali. Il prodotto deve avere il giusto prezzo, spiegando al consumatore perché”.


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