Cibus 2022: la dinamica delle pl sui mercati internazionali

Nel nuovo scenario segnato dal post-pandemia e dalla crescita inflattiva, la marca privata sa interpretare le tendenze di consumo ed è destinata a crescere oltre confine
Cibus 2022: la dinamica delle pl sui mercati internazionali

Le marche private sono sempre più un asset strategico di sviluppo dell’export made in Italy: è da queste premesse che si è sviluppato il convegno della seconda giornata di Cibus ‘La dinamica delle private label a livello internazionale’ moderato da Antonio Cellie, Ad Fiere di Parma.

Considerando gli effetti della ‘auspicata’ fine della pandemia e le conseguenze che le dinamiche inflattive potranno avere sul potere d’acquisto delle famiglie e sulla sostenibilità delle imprese, capire quali potranno essere le traiettorie di sviluppo delle private label diventa strategico per rafforzare e sviluppare l’export tricolore. Anche perché, come ha sottolineato Romolo De Camillis, Retailer director NielsenIQ, che ha illustrato i dati relativi ai mercati europei, “la private label non è più un segmento, è il mercato”. Soprattutto, la Mdd rappresenta un’ottima possibilità per i piccoli produttori che intendono approcciare i mercati internazionali ma ancora non hanno gli strumenti per entrare nella grande distribuzione straniera.

AVANZANO I PICCOLI PRODUTTORI E LA MDD

Attualmente, evidenziano i dati NielsenIQ mostrati durante l’incontro, lo scenario è già cambiato rispetto alla fine del 2021. Si assiste a una netta crescita dell’inflazione e a un lento ritorno ai comportamenti di spesa prepandemici da parte dei consumatori, che sembrano orientare i loro acquisti verso la sfera domestica piuttosto che nel fuori casa. I piccoli produttori e la Mdd sono quelli che crescono di più: nel progressivo a marzo 2022 (iper+super+liberi servizi+discount) il trend delle vendite di Lcc vede i top 20 (Mdd escluse) arretrare di -4,1%, i follower (da 21 a 200) perdere lo 0,8%, mentre i piccoli produttori (da 201 in poi) crescono di +1,3% e la Mdd (incluso il discount) di +1,9 per cento.

Anche l’e-commerce rappresenta un volano per lo sviluppo della Mdd, che raggiunge infatti il 24,2% di quota a valore. In uno scenario che si avvia sempre più verso la polarizzazione dei consumi, la marca privata ha ancora ampi margini di crescita in molti paesi; in particolare perché si è focalizzata sui valori più importanti per i consumatori, come sostenibilità, filiera, salute e qualità.

LA PAROLA ALL’INDUSTRIA

Nella tavola rotonda che è seguita, Valentina Zanetti, Export Manager dell’omonima azienda, ha illustrato come all’estero i consumi si stiano spostando verso i formati più piccoli, il grattugiato e le scaglie e ha sottolineato la difficoltà di far comprendere ai retailer stranieri gli attuali aumenti di prezzo che i produttori italiani stanno affrontando. Anna Verga, Head of global sales and business development Coop Italian Food ha evidenziato come i prodotti più richiesti all’estero siano ancora quelli classici: sughi e pesto, pasta, aceto, oli, sostituti del pane. Al momento Coop Italian Food si sta concentrando sui prodotti shelf stable, ovviamente più semplici da esportare overseas, ma in futuro si dovranno risolvere i problemi di logistica e shelf life per esportare anche referenze fresche. Anche Stefano Bartoletti, Direttore commerciale Formec Biffi, ha sottolineato infatti che servono tecniche di delivery particolari per esportare il pesto fresco overseas. Per il comparto olio, Diego Ghisoni, Trade director Oleificio Zucchi, ha riconosciuto il sorpasso a volume da parte della Spagna e la necessità, per i produttori italiani, di uscire dalla logica di pricing per puntare sull’expertise tricolore, unica per esempio in materia di blending. Così come filiera e benessere animale sono due grandi punti di forza per il comparto delle carni e dei salumi, come ha sottolineato Pietro D’Angeli, Direttore generale Clai.

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